“Se la Regione Sicilia non modifica la legge, è meglio rivedere la denominazione dei consorzi tra i Comuni, modificandoli da liberi in… coatti”.
Lo chiedono ai vertici regionali, provocatoriamente e in segno di protesta, i sindaci di Sciacca e Castelvetrano Fabrizio Di Paola e Felice Errante, per contestare ancora una volta le procedure previste per la costituzione dei Liberi consorzi.
I due Comuni da tempo vogliono staccarsi dalle vecchie province di Agrigento e Trapani, e mentre si avvicina la data ultima per la costituzione dei liberi consorzi dei comuni, il prossimo 27 settembre, molti dei trenta enti locali delle province di Agrigento, Trapani e Palermo, che in più occasioni hanno manifestato la volontà di aderire al nuovo consorzio, per ragioni di bilancio non saranno nelle condizioni di poter allestire le consultazioni referendarie, così come previsto dall’attuale legge.
C’è quindi il concreto rischio che si vanifichi il processo che dalle comunità locali viene ritenuto importante. I sindaci di Sciacca e Castelvetrano, Fabrizio Di Paola e Felice Errante, si sono rivolti alle istituzioni regionali ritenendo che, in considerazione del fatto che molti comuni della Valle del Belice e del saccense hanno già formalmente deliberato di voler costituire un libero consorzio dei Comuni, per porre rimedio ad una legge regionale, la numero 8 del 24 marzo 2014, che avrebbe mostrato tutti i suoi limiti.
“Ci viene impedito – dicono i due sindaci – la libera formazione di nuove e più omogenee Province. Occorrono norme comprensibili e attuabili che consentano ai Comuni di autodeterminarsi nel rispetto della volontà e delle aspirazioni dei propri territori”.
I due sindaci, quindi, insistono nel loro obiettivo, anche se sono consapevoli delle enormi difficoltà nel raggiungimento dell’obiettivo.
Molti amministratori della zona interessata dal progetto, sono sicuri che la costituzione di una vasta area selinuntina, con Castelvetrano e Sciacca come punti di riferimento, oltre a realizzare un’aggregazione di Comuni storicamente legati tra loro, possa garantire ai cittadini coinvolti maggiori servizi a minori costi. L’attuale tentativo è il secondo che punta in questa direzione.
Nel 1996 ci aveva provato l’allora sindaco di Sciacca, Ignazio Messina, che voleva costituire una nuova provincia con capoluogo Sciacca. Ma quel progetto poi fallì, non per il mancato coinvolgimento, ma per le vicende politiche cittadine che non diedero al primo cittadino spazio e coraggio per continuare.
Giuseppe Recca de La Sicilia 20/09/2014