A fortiori, ciò accade quando i governi autoctoni non intendono piegarsi ai consigli che non si possono rifiutare di Washington. Così vediamo la Casa Bianca proteggere ogni tipo di lestofante purché sia disposto a rendere un servizio al cosiddetto mondo libero di cui essi sono i campioni. E che campioni!
L’Ucraina è emblematica da questo punto di vista; lì oligarchi, nazisti e assassini sanguinari sono assurti ai più alti ranghi dello stato, con la benedizione di Obama, rovesciando, con la violenza e i finanziamenti stranieri, un legittimo governo regolarmente eletto, ed instaurando un regime filo-americano. Ora ci riprovano in Russia utilizzando la stessa tecnica e sognando una Majdan 2.0.
Un ladro qualunque, condannato per truffa, Alexei Navalny, è stato innalzato sull’altare dei martiri dei diritti civili e politici violati da un presunto “dittatore” come Putin. Poiché costui gestisce un blog di propaganda sediziosa ed anticostituzionale viene protetto a spada tratta dagli Stati Uniti, i quali finanziano le sue attività sovversive, pagano i suoi avvocati e stendono la sua agenda di provocazioni che violano ripetutamente le leggi. Spesso le azioni illegali vengono organizzate scientemente per far apparire gli organi giudiziari russi come strumenti di persecuzione al servizio del Cremlino. Un tribunale di Mosca ha condannato Alexei Navalny e suo fratello per aver sottratto denaro da una società, la “Yves Rocher”, rispettivamente a 3,2 e 3,5 anni di reclusione (quest’ultima pena da scontare in carcere). Inoltre, i due risultano collegati a numerosi canali criminali, anche internazionali, e sono stati indagati per aver fatto sparire 100 milioni di rubli dalla SPS (Right Forces Party) ed averli dirottati su loro società di comodo all’estero. I soldi nelle loro tasche hanno quasi sempre una provenienza losca e vengono utilizzati per sovvenzionare illegalmente campagne politiche (vedi quella per il sindaco di Mosca) o “per vivere alle grande”. Nel 2013, Navalny è stato riconosciuto colpevole di appropriazione indebita per aver sottratto denaro alla compagnia pubblica “Kirovles” e condannato a cinque anni di carcere. Anche in questo frangente è riuscito ad evitare la cella perché il giudice ha convertito la pena. Non pago di tutti questi sconti, ieri Navalny, che è attualmente agli arresti domiciliari per l’affaire Yves Rocher, ha violato la misura restrittiva per inscenare una protesta dell’opposizione. Non ho ancora letto i giornali questa mattina ma sono convinto che i soliti tromboni della stampa nostrana, da Dragosei alla Zafesova, solo per citare due pessimi esempi, parleranno di soprusi putiniani contro autentici democratici che lottano per la democrazia in Russia. Ecco chi sono i loro autentici democratici, due farabutti prezzolati dediti ad attività illecite che marcirebbero nelle prigioni di qualsiasi altra nazione civile. Comunque, ancora una volta, la manifestazione dell’opposizione è stata un fiasco. Majdan è rimandata. Poche centinaia di attivisti, subito circondati da un numero doppio di giornalisti pro-occidente, pronti a raccontare nient’altro che la falsità, non sposteranno di un centimetro la pubblica opinione, la quale continua ad appoggiare in massa Putin e le sue scelte. Gli organizzatori si aspettavano almeno 30 mila persone ma sono restati delusi dalla scarsa partecipazione. Insomma, anche questa volta tanta merda ma poche mosche. La coprofagia non piace ai russi che la lasciano volentieri ai giornalisti.
Ps. Ho scritto questo articolo comodamente seduto sul cesso, smascherare le menzogne della stampa ha per me un effetto lassativo.
Proteste dell’opposizione in russia: tanta merda e poche mosche
Creato il 31 dicembre 2014 da ConflittiestrategiePossono interessarti anche questi articoli :
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