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Una settimana all’insegna di proteste e scontri, oltre che la morte di un noto rapper antifascista, hanno scosso la Grecia, già turbata profondamente dall’impatto più duro della crisi su tutta la mappa europea.
Migliaia di dimostranti, tra cui medici ed insegnanti, sono scesi nelle strade di Atene e di Salonicco, per manifestare contro misure di una durezza mai vista nella storia greca. Ben 25.000 dipendenti pubblici sarebbero a rischio posto di lavoro, dopo una riduzione dello stipendio, in un paese dove il tasso di disoccupazione ha raggiunto ormai il 29%.
Le proteste sono iniziate dopo la visita di una “troika” composta da commissari dell’Unione Europea, della Banca Centrale Europea e del Fondo Monetario internazionale, per assicurarsi sull’applicazione delle direttive impartite al governo greco.
Per evitare il collasso greco che causerebbe un effetto domino sull’economia europea, l’UE ha dettato negli scorsi mesi un’agenda che sembra quasi “commissariare” lo stato ellenico. Le parole di rassicurazione del presidente della Commissione Europea Jose Barroso, che vede in miglioramento i conti greci ma esorta a non mollare la presa proprio adesso per evitare una ricaduta, non bastano a calmare il sindacato Adedy.
Nelle parole di un rappresentante: «la verità è che ogni volta che questa troika viene in visita, la nostra dignità nazioanle è mortificata. La nostra economia e società vengono rovinate». I numeri di queste manifestazioni sono stati minori rispetto quelli degli scorsi mesi, ma l’esasperazione sembra aver infiammato maggiormente gli animi, portando ad alcuni scontri contro le forze dell’ordine al coro di”basta licenziamenti”. Nella giornata di ieri ci sono state manifestazioni antifasciste, che hanno marciato verso la sede di Keratsini, poco distante da Atene, del partito filonazista greco Alba Dorata. L’evento scatenante in questo caso è stato l’omicidio del rapper Pavlos Fyssas (in arte Killah P) conosciuto per l’attivismo politico antifascista oltre che per la carriera musicale. Il trentaquattrenne è stato accoltellato fuori da un bar, in uno dei quartieri operai della capitale dopo una accesa discussione. L’aggressore avrebbe fermato la vittima facendosi aiutare da diversi complici e lo avrebbe accoltellato due volte al cuore con una precisione “professionale”. Secondo gli inquirenti, l’uomo sarebbe collegato al partito di estrema destra già indicato come catalizzatore di molteplici ed efferati atti di aggressione a mano armata, anche a stampo razzista. L’affiliazione sarebbe stata negata dall’interessato, salvo poi trovare riscontro in una tessera di iscrizione al partito, gettata in mezzo alla spazzatura dalla moglie. In aggiunta alle proteste di 5000 manifestanti a Keratsini se ne sono aggiunti altri in altre città di Patras, Xanthi, Larissa, Chania e Creta. Dure parole di condanna anche da parte del presidente greco Karolos Papoulias, che ha condannato i fatti invitando la Grecia ad essere più attiva nella lotta al fascismo invocando una “presa di responsabilità nel non lasciare spazio al fascismo” e “maggior risolutezza politica nel combattere il fenomeno”.