prova per un incipit

Da Ivy

“Beh, se il diavolo giocasse a carte scoperte non sarebbe il diavolo!”   Vladimir Solov’ev

Tutti erano concordi sulla necessaria purificazione del pianeta, una sorta di apocatastasi, almeno così la acclamavano i mass-media e la attendevano come il più mondano degli eventi.

Era glamour parlarne, lo facevano persone intelligenti e dotte, come politici, economisti, strateghi. I segnali c’erano, dalle guerre nel mondo agli ordigni nucleari con cui si minacciavano fra stati; astrofisici, fisici, geologi, scienziati in generale, paventavano di asteroidi che sarebbero potuti entrare in collisione con il nostro pianeta, di brusche inclinazioni dell’asse terrestre e dei malefici campi magnetici che ciò avrebbe provocato, di devastanti terremoti causa del risveglio dei vulcani, e i gas di queste eruzioni con i vapori delle lave, salendo in alto nell’atmosfera nella forma di banchi di polvere, sarebbero stati capaci di oscurare la luce del sole, poi, una volta raggiunti i poli si sarebbero raffreddati, impesantendosi e scendendo repentinamente verso il suolo. Ciò avrebbe provocato un inverno perenne, una nuova glaciazione in grado di decimare la vita sulla Terra.

I medici trovavano possibili contagi da animale a uomo, come era stato per Ebola, e per loro era solo una questione di tempo che arrivasse un’influenza, peggiore della spagnola.

C’era persino chi si aspettava un contatto con navi aliene pronte a prendere con sé soltanto gli eletti. Mistici e cabalisti si affidavano a calendari di civiltà scomparse e antiche profezie; i cristiani cercavano di riconoscere in qualche personaggio influente sulla scena mondiale, fra politici, magnati ed ecclesiastici, l’anticristo.

Coinvolgeva tutti questa suggestione escatologica, ma aveva l’effetto di una lettura dell’oroscopo, che si legge volentieri ma senza crederci sul serio. C’era però l’inconscia disperazione di chi non sa se esistano punti fermi e sicuri su cui appoggiare la mente e il cuore.

Si sapeva di qualche anacoreta che accennava ad apparizioni, una meravigliosa figura di luce, la Sofia, l’eterna sapienza. Era certo però che questi spiriti ascetici, con i loro digiuni e le strane pratiche di privazioni a cui si sottoponevano, fossero oppressi da allucinazioni.

C’erano dei personaggi schivi, filosofi, aiutati da predisposizioni ereditarie e da pratiche meditative, sempre più spesso soggetti ad impressioni soprannaturali. A forza del loro disinteresse dalle cose temporali, e sotto l’azione delle speculazioni teoretiche a cui erano abituati, i loro sensi interiori avevano disuggellato capacità naturali ma rare a chi invece viveva nei vortici mondani. Come se la natura, per compensare la perdita della sensibilità dell’epidermide, avesse provveduto ad acuire altre vie conoscitive. I più superstizioni non facevano fatica a credere che questi uomini fossero perseguitati da agenti spirituali visto i segni di sofferenze e lotte che portavano nel portamento e dai volti che rivelavano la loro indole riflessiva e grave. Ma per lo più però venivano considerati dei visionari che traevano da una vulnerabilità cerebrale e da nervi malati le illusioni di cui vagheggiavano. Come nel mito della Caverna di Platone, venivano ridicolizzati, perché sembravano troppo strani, anzi idioti e non si prestava attenzione a quel che dicevano se non per disprezzarli.

Però quello che doveva arrivare, arrivò, e con una tale astuzia che a malapena qualche anima più sensibile se ne accorse, nonostante tutti aspettassero qualcosa. Era un fine sistema di pensiero di cui

qualcuno scorgeva quel che appariva soltanto come un difetto, ma nonostante le imperfezioni che a volte si notavano, grazie all’apparente superficialità e la facile comprensione si cominciò ad aderirvici. Vi acconsentirono liberamente in tanti, e le nuove idee si trasformarono in comportamenti e questi in prassi consolidata. Soprattutto sembravano idee ragionevoli e umane, perché facevano riferimento a quelle facoltà che nulla avevano a che fare con le qualità superiori dell’essere, così faticose quanto inutili da raggiungere. Pochi erano rimasti esenti da questo contagio ideologico, ancora di meno avevano veramente compreso i pericoli di questa nuova mentalità, ecumenica poiché abbracciata da tanti, indistintamente.

Era un pensiero, che forse nascondeva una forza spirituale, ma alla fin fine era soltanto un pensiero di cui non si capiva la portata carica di nocumento.


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