Non poteva mancare il mio commento sulla notte degli Oscar, che anche quest’ anno ho seguito in diretta.
Non mi stupisce affatto il trionfo di 12 anni schiavo, perché ha tutto ciò che serviva per vincere l’ Oscar: tematica obamiana, ambientazione storica, toni epicheggianti… i giurati dell’ Academy vanno pazzi per questo tipo di film, quindi ero sicuro che avrebbero ricoperto d’ oro l’ ultima fatica di Steve McQueen.
Mi ha stupito moltissimo invece che quest’ ultimo non abbia vinto per la miglior regia, perché spesso i giurati tendono ad unificare i due voti. Proprio perché le cose non sono andate come ci si aspettava, ho gradito molto la decisione di premiare Cuaròn, pur non avendo mai visto un suo film.
L’ Oscar al miglior attore era senza dubbio il più incerto della serata, perché non era possibile prevedere come avrebbero ragionato i giurati. Se avessero tenuto conto dell’ intera carriera avrebbe vinto Di Caprio; se invece si fossero focalizzati sulla singola interpretazione, avrebbe vinto McConaughey.
C’era un altro elemento che favoriva quest’ ultimo: alcuni giurati non votano l’ attore, ma il personaggio. In questo senso, McConaughey interpretava un attivista per i diritti civili, e Di Caprio un truffatore che si tuffa a pesce nel mondo del sesso, droga e rock’n’roll: Leo era candidato per un personaggio molto più antipatico, quindi era logico che non avrebbe incontrato il favore dei giurati che votano con questo criterio.
Proprio per questo ritengo che Di Caprio avrebbe avuto molte più chances di vittoria se l’ avessero candidato per Il grande Gatsby. E non é la prima volta che lo candidano per il film sbagliato: ad esempio, nell’ anno di The Departed fecero l’ errore madornale di nominarlo per Blood Diamond.
Spero che questa delusione serva quantomeno ad infondere in Leo la voglia di tornare in pista, e che in futuro possa regalarci tante altre stupende interpretazioni. Il cinema ha troppo bisogno di attori come lui.
Ad ogni modo, sono contento della vittoria di McConaughey, perché la sua era la classica prestazione da Oscar, senza se e senza ma.
Sapevo che il premio alla migliore attrice mi avrebbe lasciato l’ amaro in bocca, perché tifavo per una candidata (Amy Adams) senza alcuna possibilità di vittoria. Mi consolo pensando che almeno é stata battuta da un’ attrice di grande talento come Cate Blanchett.
Salta agli occhi il flop di Philomena, The Wolf of Wall Street e American Hustle. L’ insuccesso dei primi due era prevedibile, perché avevano poche nomination e quasi tutte in categorie difficili; sorprendente invece che sia rimasto a bocca asciutta il film di David O. Russell. Non solo perché aveva la bellezza di 10 nomination, ma anche perché veniva indicato come il principale antagonista di 12 anni schiavo, e quindi era lecito attendersi che almeno qualche premio di consolazione l’ avrebbe raccolto.
I verdetti rivelano che invece secondo i giurati il vero rivale era Gravity. L’ anno scorso Argo vinse l’ Oscar più importante, ma il film più premiato fu Vita di Pi: quest’ anno é successa la stessa cosa, con Gravity che ha fatto incetta di premi tecnici e 12 anni schiavo che, dopo aver incassato una sconfitta dietro l’ altra, si é rifatto nel finale.
Ovviamente sono fiero del risultato de La grande bellezza. Questo verdetto da solo mi ripaga di tutte le altre piccole e grandi delusioni che l’ Academy mi ha riservato quest’anno. Godiamocelo tutto questo premio, perché non capita tutti i giorni che un nostro film si imponga nella Mecca del cinema.
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