Provate a digitare su un motore di ricerca, ad esempio Google, la scritta “Draghi l’euro è irreversibile”. Ebbene, nelle prime due posizioni troverete due diversi articoli entrambi tratti da Il Sole 24 Ore e con titoli simili: il primo è “Draghi: l’euro è irreversibile, l’Unione non esploderà” ed il secondo “Draghi: l’euro è irreversibile. L’uscita non è prevista dai trattati”.
Scoprirete poi che non sono simili soltanto i titoli, ma anche i contenuti di questi due articoli, ed allora, chiediamoci, cosa li separa? La risposta è … tre anni di differenza, il primo è del luglio 2012, mentre il secondo è del maggio 2015.
Con questo abbiamo stabilito che Draghi è uomo che non cambia idea frequentemente e le stesse cose che diceva tre anni or sono le ripete oggi, capirete bene, però, che non è questo ciò che ci interessa, bensì: cosa intende dire il Presidente della Bce con la frase “l’euro è irreversibile”? Oddio, tutti conosciamo la lingua italiana ed il significato del termine irreversibile, ma, insomma, come può una scelta essere irreversibile?
Converrete con me che è sufficiente la sola lettura dei titoli per metterci in uno stato ansiogeno, Il Sole 24 Ore, invece, trova tutto ciò normale, per il quotidiano della Confindustria non c’è nulla di strano che il Presidente della Bce possa usare termini così perentori, ma siamo solo all’inizio.
E’ infatti addentrandoci nella lettura degli articoli che l’ansia diventa angoscia, andiamo ad estrarre alcuni passaggi delle interviste a Draghi che, sottolineo, essere virgolettati. Nel primo, quello del 2012, bacchetta coloro che prefigurano una esplosione della moneta unica dicendo che costoro “mal conoscono il capitale politico che i nostri dirigenti hanno investito in questa unione”.
Insomma, in parole povere, Draghi dice “figuratevi se noi tutti (burocrati, politici, ecc. ecc.) che ci siamo imbarcati in questa avventura facciamo un passo indietro viste le difficoltà incontrate: andremo avanti, costi quel che costi”.
Quindi rincara la dose: “qualsiasi movimento verso un’unione finanziaria, di bilancio e politica é inevitabile e condurrà alla creazione di nuove entità sovranazionali”. Chiaro?
Questa è la pietra tombale per coloro che vorrebbero terminasse l’infausta esperienza della moneta unica, Draghi è brutalmente esplicito “Non solo si proseguirà con l’euro, ma la moneta unica non è altro che il primo passo di un progetto ben più ampio, ed i prossimi obiettivi sono la creazione di nuove “entità sovranazionali” per arrivare alla liquidazione degli Stati nazionali così come li conosciamo oggi”
Capite? In pratica vengono prefigurati sconvolgimenti politici e sociali di un intero continente senza minimamente parlare di elezioni, di volontà popolare, di semplice democrazia. Come se qualcuno, una èlite, “dall’alto” avesse prefigurato un percorso che dovrà essere seguito … ad ogni costo e contro ogni altra volontà.
E ciò che dice Draghi e viene riportato sul secondo articolo, cioè poco più di un mese fa, è ancora più sconvolgente, sentite: “Lasciatemi sottolineare che l’irreversibilità dell’euro ha fatto parte dell’architettura dell’Unione europea fin dal Trattato di Maastricht”. E “come ho affermato ripetutamente anche di fronte al parlamento europeo, il ritiro di uno Stato membro dall’euro non è previsto dai trattati”.
AGGHIACCIANTE
Ma vi rendete conto? Draghi mi sta dicendo che se io, Giancarlo Marcotti, domani fondo un partito che ha come unico punto programmatico l’uscita dell’Italia dall’euro ed ottengo il 100% dei voti, ossia tutti gli italiani, nessuno escluso, sono d’accordo con me nel tornare ad una moneta nazionale.
Ebbene se poi con questa investitura ottenuta all’unanimità dopo libere elezioni, mi presento a Bruxelles dicendo che l’Italia rivuole la sua sovranità monetaria, ebbene … Draghi mi risponde: “NO” perché Prodi e Ciampi hanno voluto l’euro?!? Perché l’Italia a suo tempo aveva firmato il trattato di Maastricht?!?
Capite ora che non è un’esagerazione utilizzare espressioni come Terzo Reich?
Si possono fermare questi pazzi furiosi oppure ormai è troppo tardi???
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro