Prove tecniche di anti-Facebook: Diaspora apre la fase “private alpha” a inviti

Da Kobayashi @K0bayashi

In realtà, come spiegato anche nell’ultimo pezzo ad esso dedicato su queste pagine, non è del tutto corretto parlare di anti-Facebook quando si discute di Diaspora, il progetto nato a maggio di quest’anno e che durante l’estate è stato capace di raccogliere finanziamenti per ben 200mila dollari a fronte dei soli 10mila che i quattro studenti dietro il suo sviluppo (Daniel Grippi, Maxwell Salzberg, Raphael Sofaer e Ilya Zhitomirskiy) si erano posti come obiettivo.

In effetti, però, c’è da dire che l’idea di Diaspora trae origine proprio dalla maggior criticità attribuita al social network di Mark Zuckerberg, e si rafforza sul concetto di social network alternativo, open source, basato sul presupposto di un completo controllo dell’utente sui propri dati personali. Ora il blog di Diaspora ha ufficializzato l’invio del primo set di inviti per la versione private alpha (ovvero non ancora definitiva e non accessibile a tutti, ma necessaria per avere dai futuri utenti un primo feedback sulle performance del servizio), che privilegerà innanzitutto i maggiori finanziatori del progetto e – a seguire – gli iscritti alla loro mailing list (qui per richiederne uno).

Il concetto che sta alla base di Diaspora è una strada tanto semplice quanto finora poco battuta: qualsiasi utente, una volta arrivati alla versione definitiva del prodetto, avrà la possibilità di personalizzare qualunque parametro legato alla privacy di ogni singolo dato/elemento inserito potendo scegliere se utilizzare i server di Diaspora, un servizio esterno oppure una soluzione terza “fatta in casa”.

In aggiunta a questo, naturalmente, l’utente potrà impostare per ciascun elemento condiviso i criteri di visualizzazione per determinare chi potrà avere o meno accesso a determinate informazioni pubblicate sulla bacheca. Questo meccanismo è regolato dagli aspects, nient’altro che liste di raggruppamento omogenee per contatti appartenenti ad ambiti differenti della propria vita: famiglia, lavoro, amici, Università e così via. A seconda degli “aspetti” selezionati, dunque, ciascun elemento pubblicato sarà visibile a una o più categorie di persone; viceversa, secondo lo stesso ragionamento, si possono decidere i gruppi a cui concedere la possibilità di inviare testi, link e altri elementi multimediali verso il nostro profilo.


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