Provincia, che marasma

Creato il 01 gennaio 2014 da Comunalimenfi

L’Ars boccia a sorpresa – con alcuni «franchi tiratori» – la proposta di proroga dei commissari. In Piazza Vittorio Emanuele si assiste attoniti, in attesa di chiarimenti sulla sorte dell’Ente.

La bocciatura da parte dell’Ars della proposta di proroga dell’incarico dei commissari delle province regionali ha creato, comprensibilmente, il caos anche ad Agrigento.

La scelta dell’Assemblea di votare favorevolmente all’emendamento soppressivo presentato dall’opposizione e votato da “franchi tiratori” della maggioranza, è giunta come una “doccia gelata” al palazzo di Provincia di piazza Vittorio Emanuele.

Da una situazione già di grande incertezza, infatti, si passa adesso ad un vero e proprio salto nel vuoto nel brevissimo periodo. Se, come ha precisato il presidente della prima commissione Ars Cracolici l’abolizione delle proroghe non comporta la soppressione della legge 7, quella che ha stabilito il passaggio ai liberi consorzi, ma al massimo obbliga il Governo entro 45 giorni, così come previsto da quella legge, ad approvare la riforma, la burocrazia della Provincia è in questo momento in fibrillazione per capire sul da farsi.

“Richiederemo al più presto i chiarimenti del caso – ha spiegato il segretario generale dell’Ente Giuseppe Vellaperché la Regione dovrà spiegare in primis cosa succederà il primo gennaio 2014, ovvero se vigerà una sorta di durata in carica del commissario almeno per i 45 giorni previsti. Per legge questo non è previsto per gli organi politici, e il commissariamento sostituisce i ruoli politici della Provincia, e quindi abbiamo necessità che la Regione ci metta ‘nero su bianco’ quello che intende fare e quale è soprattutto la sua interpretazione della norma”.

Al rischio di trovarsi con un ente “decapitato” ma ancora in vita si aggiunge il problema collegato ai precari della Provincia regionale.

“Se a livello nazionale si è disposta la possibilità di una proroga dei contratti – continua Vellain questo momento non è chiaro se e con quali fondi questo potrà essere concretamente fatto. Ci riuniremo con gli uffici e il commissario per verificare se, facendo affidamento in questa fase sulle risorse dell’Ente, si possa almeno ottenere una proroga di un mese, in modo da spostare il problema più avanti, almeno fino a fine gennaio. Ciò – continua – è importante anche da un punto di vista burocratico, perché una eventuale sospensione dei contratti di lavoro a tempo determinato presupporrebbe che questi debbano essere firmati nuovamente e non semplicemente prorogati”.

Il rischio è quindi che questi lavoratori rimangano fuori dall’ “ombrello” creato dal Governo nazionale.

A fronte di tante rassicurazioni da parte della politica regionale per gli enti e per i dipendenti, soprattutto quelli a tempo determinato, l’immediato futuro delle Province si fa molto fosco.

Gioacchino Schicchi de LaSicilia (Martedì, 31 Dicembre 2013)