Provinciali, mentre tra i partiti si tenta l'inciucio, rete civica batte un colpo

Creato il 05 settembre 2014 da Bernardrieux @pierrebarilli1

Giovedì 9 ottobre si svolgeranno le prime elezioni per dare presidente e un consiglio alla nuova Provincia così come disegnata dalla riforma approvata il 3 aprile scorso.
A votare per il nostro territorio saranno un totale di 610 tra sindaci, consiglieri comunali ed ex consiglieri provinciali in rappresentanza di tutte e 46 le amministrazioni del parmense. 
Di questo ieri sera si è parlato al San Marco di Pontetaro. All'incontro, organizzato dalle liste civiche, hanno partecipato un centinaio tra sindaci e consiglieri comunali del parmense.In queste ultime settimane si è fatta strada l'ipotesi di un accordo PD, Forza Italia e Movimento 5 Stelle che, se portata a termine, rappresenterebbe una forma di “grande coalizione” che si candiderebbe a governare in assoluta solitudine i destini del nuovo ente provinciale.
Non saremmo in assoluto contrari ad una soluzione di questo genere se non fosse che così come si sta portando avanti essa ha il primo ed importante effetto di tagliare fuori tutte quelle realtà civiche e non che in tanti paesi del nostro territorio governano o sono all'opposizione anche da più legislature.
Il tema del “abbassiamo le bandiere per il bene comune” non ci trova insensibili, ma lascia perplessi il fatto che tre raggruppamenti politici decidano di punto in bianco di voler rappresentare il 100% delle forze politiche locali, escludendo in particolare quelle realtà che sono espressione diretta della volontà di partecipazione dei cittadini all'amministrazione della cosa pubblica e che, da un calcolo sommario, potrebbero aspirare a rappresentare un 20% degli amministratori del territorio.
In secondo luogo il progetto che si sta delineando sembrerebbe prevedere l'intenzione di limitare ai soli Sindaci eletti l'accesso alle liste per l'ingresso nel futuro consiglio provinciale. Anche questo elemento, se confermato, costituirebbe un'ulteriore riduzione della capacità di rappresentanza della nuova Provincia che diverrebbe automaticamente un affare tra soli Sindaci, i quali per altro, la legge prevede già una tutela di rappresentanza speciale attraverso l'Assemblea dei Sindaci.Non ultimo lascia più che perplessi il merito di un accordo politico che mette insieme tre forze assolutamente non omogenee tra loro.La nuova Provincia sarà un soggetto estremamente critico, che manterrà le deleghe e le competenze del vecchio ente pur disponendo di risorse con ogni probabilità minori. Questa situazione consiglierebbe o una capacità di espressione politica davvero forte o all'opposto una vera e completa rappresentatività di tutte le realtà del territorio. La soluzione prospettata da PD, Forza Italia e Movimento 5 Stelle non sembra rispondere in modo efficace a nessuna di queste alternative.
Per questi motivi riteniamo importante proporre un'alternativa di rappresentanza in seno al futuro consiglio provinciale aggregando quel 20% di consiglieri e Sindaci che ad oggi risulterebbero letteralmente tagliati fuori.
Il nostro non può e non vuole essere un accordo politico organico tra realtà spesso diverse tra loro o con scarsa conoscenza reciproca. Il nostro vuole essere un tentativo di aggregare soggetti che in questo momento si vedono impossibilitati a dar voce al proprio giusto desiderio di rappresentare il proprio territorio.
L'obiettivo è di rompere l'egemonia di un accordo PD, Forza Italia e Movimento 5 Stelle e portare qualche consigliere “altro” a sedere nell'assemblea che governerà la futura Provincia.
RETE CIVICA
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