Provocazione in forma d’apologo 176

Creato il 21 settembre 2010 da Fabry2010

Ieri nell’intervallo del pranzo ho invitato i colleghi più stretti per un boccone. Credevano li portassi al bar sotto l’ufficio, al massimo nella pizzeria in fondo all’isolato, invece li ho fatti svoltare per un paio di vie fino alla storica piazzetta e li ho fatti salire all’attico dove c’era ad attenderci un piccolo rinfresco – piccolo e veloce, i minuti sforati in pausa pranzo bisogna poi recuperarli. “Ecco” ho detto loro facendoli accomodare “ecco la mia nuova casa”.
“Ma che scherzo è mai questo?”
“Proprio qui, nel posto più caro della città?”
“Bel salto, da quelle tre stanzette in periferia!”
“Cos’è, ti sei messo a rapinare banche durante le ferie?”
Li ho lasciati dire per un po’, quindi, fra una tartina e un sorso di vino, ho spiegato: “Questi sono gli onesti proventi di alcuni dei miei libri”.
“Ma non traducevi e scrivevi piccole cose per passione, lette solo da pochi svitati come te? ”
“Faccio anche quello e continuerò a farlo: per salvarmi l’anima e coltivare il mio masochismo; mentre per coltivare il masochismo del lettore standard scrivo altro, ad esempio “AA”, “BB” e “CC”, che rendono un tantinello di più”.
“Ma cosa ci racconti? Quelli li ha scritti JZ, ci ha vinto anche dei premi e sta sempre in televisione!”
“JZ? JZ è il mio negro.”
A quel punto è partita la loro risata, che ci ha messo parecchio a calmarsi per una nuova battuta:
“Tu sudi e scrivi, lui va in giro mettendoci la faccia e prendendosi gli onori. E il negro sarebbe lui? Cosa significa “negro” per te?”
“È questione di punti di vista. Intanto la cosa è partita da me e la piloto io. Io istruisco JZ per le occasioni pubbliche ed è la parte più difficile, perché è un mondano e questo aiuta molto, ma ha un cervello da canarino e il cervello, vi assicuro, serve anche per cose del genere; preparazione e cervello, anche se usati in maniera particolare. Comunque finora ce la siamo cavata. Egregiamente mi sembra. In questo modo JZ lo tengo per il collo, si potrebbe magari dire un po’ più in basso. Che cosa può fare lui? Per caso dire: “Il vero autore dei miei libri è quel tale”? Mai al mondo, ci tiene troppo. Così, come ho deciso io l’inizio di questa messinscena, a suo tempo ne deciderò la fine, come tutto il resto, dalle modalità ai guadagni di JZ: ottimi, va detto, tali da fargli condurre credibilmente il treno di vita di un autore di grande successo. E per me, come vedete, ne resta più che abbastanza.“
“Già i guadagni… E come te la cavi con le tasse?” ha chiesto con una punta di speranzosa malignità il capufficio.
“Ora vuoi sapere troppo. Comunque sappiate che è tutto denunciato, fino all’ultimo centesimo, e per così dire quasi alla luce del sole. Nella sostanza almeno. È la prima condizione che ho posto, per me e per JZ. Per i dettagli ci sono gli esperti, i marchingegni sono affar loro: basta pagarli e sono bravissimi anche nel bene.”
I colleghi tentennavano, facevano ancora la parte di quelli che non se la bevono, ma si vedeva che ormai recitavano. Poi ha cominciato a insinuarsi un po’ d’imbarazzo, qualcuno ha sbirciato l’orologio. Sono stato io a rompere gli indugi: “Forza gente, torniamo a faticare, altrimenti stasera ci tocca uscire con le stelle in cielo”.
Mentre ci avviavamo quello che si crede più furbo ha buttato lì: “A casa ho una copia di “AA”, comprata da mia figlia credo. Se te la porto me la autografi?”.
“Per prima cosa, se ti trovi una copia di “AA” in casa, vai a pag. 123 e chiediti quel personaggio di contorno dove può essere stato pescato. E poi, i libri firmati da JZ al massimo ve li faccio autografare da lui, ovviamente con dedica speciale. Se invece vi fa piacere il mio autografo con dedica su dei libri, procuratevi gli altri miei, quelli per pochi svitati. Però poi, almeno, cercate di leggerli; chissà che non vi scopriate un po’ svitati anche voi.”



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