Provocazione in forma d’apologo 177

Creato il 29 settembre 2010 da Fabry2010

Sogno un mostro, a ben vedere un povero mostro, a metà fra la creatura e la macchina; inquietamente malvivo o in inquieto stand by. Intorno si cerca di rianimarlo, di blandirlo, di stuzzicarlo; inutili i miei suggerimenti di pensare bene a ciò che si fa, prima di farlo: cadono tutti nel vuoto.
Finalmente il mostro, il povero mostro, si risveglia del tutto; subito la sua rabbia ribolle briosa ed esplode. Sotto le spoglie di toro, a ben vedere di minotauro, distrugge tutto quello che incontra. I suoi tormentatori o blanditori o stuzzicatori di poco prima fuggono o tentano di contrastarlo alla sua stessa maniera, ovvero senza badare a ciò che sta intorno, e ben presto quasi dappertuttto non c’è che un solo ininterrotto deserto di fumi e frantumi. Quando gli capito a tiro – non oso dire: quando lui mi capita a tiro – cerco con le mie deboli forze e quello che mi trovo in mano non tanto l’inutile impresa di sottometterlo, quanto di arginarne l’opera devastatrice, nella folle speranza di salvare qualcosa del mondo, di noi, forse anche di lui.
L’estrema tensione di quel corpo a corpo mi risveglia in uno stato di sofferenza estrema.
Sogno nato dalla mia personale sofferenza o entrato nel mio sonno a provocarla? In questo secondo caso, sarebbe anche un poco visione.
Rintuzzo come posso i sintomi ma non posso impedirmi di continuare a sentire in me tutte quelle figure vedute poco prima agitarsi e lottare.
Non manca molto al suono della sveglia, cerco di riprendere sonno per un po’ di riposo; non è cosa facile, ma mi riesce alla fine.
Un’ora dopo la tromba mi fa scattare dal letto; quando incontro il mio viso nello specchio del bagno, quindi quello degli altri e il panorama urbano dai finestrini dell’autobus, è come se il sogno, dopo l’interruzione dovuta al mio esorcismo patetico, riprendesse, virando verso l’incubo.



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