Provocazione in forma d’apologo 194

Creato il 29 marzo 2011 da Fabry2010

Correre, correre. Fino a tagliare il traguardo.
Correre non solo per necessità, come tutti, ma anche per scelta. Per una forma di ascesi, in apparenza, ma anche, in realtà, per non pensare; sostituendo così un’ossessione all’altra.
Tuttavia, come il corpo si adegua al nuovo ritmo, ecco che il pensiero ritorna, e domina. “Chi sono, chi siamo?” Certo il sogno d’un’ombra, ben di rado raggiunto da un raggio di fulgida luce, che addolcisce la vita. E si corre, si corre: voltandoci vediamo che colui che ci incalza ha il nostro volto, con un solo dettaglio diverso, appena percettibile, ed è quello che ci sgomenta; e davanti non c’è nulla, nulla! Se non la strada divorata dai passi, e che li divora. Di noi non resta quasi più che una piccola nube di sudore: assai meno consistente del filo di lana del traguardo che ecco, d’un tratto si mostra. E quel filo ci taglia.



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