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Pro/vocazioni. Dieci domande a scrittori e poeti italiani. 1# LUIGI DI RUSCIO

Creato il 21 luglio 2010 da Fabry2010

Pro/vocazioni. Dieci domande a scrittori e poeti italiani. 1# LUIGI DI RUSCIO

a cura di Franz Krauspenhaar

Dieci domande secche (o delle 100 pistole) a scrittori e poeti italiani. Sempre le stesse domande per tutti, non si scappa. Scrittori e poeti giovani e meno giovani, famosi e poco conosciuti. Domande provocatorie (forse) sulla vocazione letteraria. Uno spaccato, un ritratto, un modo di vederci più chiaro, uno spunto per approfondire una conoscenza. Uomini e donne che fanno della loro vita un romanzo non solo da continuare a vivere ma anche da continuare a scrivere. O sotto altre forme della scrittura, come la poesia. Un modo per essere al mondo ed esprimere non solo se stessi ma proprio questo mondo che noi siamo e allo stesso tempo ci contiene.

Sei uno scrittore. Chi te lo fa fare?

A pensare tutto il tempo che io ho perso con la poesia c’è da rabbrividire. Se invece di scrivere avessi fatto un lavoro qualsiasi ora starei molto meglio. Nella mia prima raccolta, Non possiamo abituarci a morire, che miracolosamente trovò un editore che mi pubblicava gratis e con la prefazione di Franco Fortini, c’erano le poesie sul vicolo dove ho abitato sino al 1957. Poesie sui vicoli non erano mai state scritte, io ho provato a riuscirci.

Amori e odi letterari. Per favore alla voce odi non citare solo gente defunta.

Non odio nessuno; amori letterari? Diciamo stima per certe persone: Andrea Cortellessa, Flavio Santi,  Angelo Ferracuti, Eugenio De Signoribus, Massimo Raffaeli, Andrea Cavalletti, Stefano Verdino, Emnuele Zinato e Christian Tito, un giovane poeta che io stimo molto.

Quanto pensi di valere? Per favore rispondi non in scala da 1 a 10 ma con un discorso articolato.

Io penso che la mia scrittura sia insolita, è qualcosa di diverso, può valere meno di 1 e anche più di 10. Tante volte penso che il mio scrivere sia stata tutta una perdita di tempo. Invece di scrivere potevo fare cose più utili a me e al prossimo mio.

Cosa pensi dell’amore? (Rispondi a parole tue.)

Io e mia moglie ci siamo molto amati, rimasi abbagliato la prima volta che la vidi nuda. L’amore è indispensabile anche per la sopravvivenza della specie e per la mia sopravvivenza, non potrei più vivere senza mia moglie.

Pensi che Dio, che tu ci creda o no, è ancora “materiale letterario”?

Io non credo in Dio, dubito molto della sua esistenza, però credo che non possiamo scrivere le poesie senza nominarlo. Io con tutti i miei dubbi ho pubblicato la mia ultima raccolta con questo titolo: L’Iddio ridente.

Sei invidioso?

Non sono invidioso, piuttosto il contrario dell’invidia; ho scritto e pubblicato questa corta prosa: Improvvisamente sul tram quotidiano ho capito che il lato positivo dell’antologia Poesia e Realtà di Giancarlo Majorino è quell’essere insieme, gli atei insieme ai credenti, gli analfabeti con i bene alfabetizzati, quelli della rima e quelli della contro rima, i viscerali con i cerebrali, i nuovissimi con i vecchissimi che muoiono anche a cent’anni, quelli che si sono suicidati e quelli che vivono molto bene, gli ammogliati e gli strozzati, gli avanguardisti e i retroattivi, gli italiani e i sanfedisti, i seri e quelli che irridono anche la croce rossa con tutto il pappalardo, tutti insieme con le “ali illuminate”, perché è questo essere insieme la prova dell’epoca, devono riuscire a vivere insieme gli albani con i serbi, i turchi con i curdi, i palestinesi con gli ebrei, devono smettersela di vivere in un massacro continuo, devono imparare ad accettarsi così come sono, perché è vero quello che mi diceva nonna analfabeta “siamo tutti figli di madri”, le nostre diversità contano meno di tutto quello che abbiamo in comune, quei cuori del manifesto Benetton saranno di neri o di bianchi però i cuori sono tutti uguali, i nostri cervelli simili. Quell’essere insieme come quando ero in quel reparto, io italiano insieme a tutti i norvegesi, quasi la pecora nera tra i biondi e gli azzurrati, eppure eravamo insieme e fummo insieme per decine d’anni continui. Ero insieme a tutti voi con le nostre tutte, con gli ingenui vestiti della domenica, li ricordo uno ad uno ora che sono quasi tutti morti. Però ogni tanto tra la folla sento un urlo, vengo chiamato, urlato in tutti i modi con nome e cognome che qui sono indicibili in maniera corretta, uno sopravvissuto a tutte le pesti, a tutte le polveri arsenicali e dei metalli pesanti, metallurgiche, a tutte le sudate continue mi chiama, mi abbraccia. Eravamo insieme diversi in tutto ma eravamo insieme nello stesso disprezzo per i padroni, insieme quando abbiamo sabotato e scioperato, insieme nei sotterfugi operai, ridevamo insieme e sudavamo insieme senza neppure accorgerci di questo miracolo, l’essere diversi però fraternamente.

Preferisci una notte d’amore stupenda con il partner ideale o una maxirecensione di D’Orrico?

Ho 80 anni e 6 mesi, ho un cancro alla prostata, penso a tutto meno che a  ipotetiche notti d’amore. Certo una recensione importante mi farebbe piacere, però io le recensioni non le ho mai chieste e non so chi sia D’Orrico ed evito come la peste i premi letterari…

Non si puo’ mai sapere… Cosa pensi del Nobel della Letteratura a Bob Dylan? Sei favorevole o contrario?

Di un Nobel a Bob Dylan non penso niente, non so neppure chi sia.

Da un punto di vista estetico ti sembra giusto che lo Strega l’abbia vinto Pennacchi e non l’Avallone?

Non conosco Pennacchi e neppure l’Avallone.

Progetti per il futuro?

Un nuovo romanzo da terminare nel prossimo autunno e cercare un buon editore.

Luigi Di Ruscio, nato nel 1930, residente ad Oslo dal 1957.

Poesie

1 ) Non possiamo abituarci a morire. Prefazione Franco Fortini,

Schwarz, Milano, 1953.

2 ) Le streghe s’arrotano le dentiere. Prefazione Salvatore Quasimodo,

Marotta, Napoli, 1966.

3 ) Apprendistati, Bagaloni, Ancona, 1978.

4 ) Istruzioni per l’uso della repressione. Presentazione di

Giancarlo Majorino, Savelli, 1980.

5 ) Epigramma, Valore d’uso edizioni, Roma, 1982.

6 ) Enunciati, a cura di Eugenio De Signoribus, Stamperia dell’arancio,

Grottammare, 1993

7 ) Firmum, peQuod, Ancona 1999

8 ) L’ultima raccolta, prefazione Francesco Leonetti, Manni,

Lecce 2002

9 ) Epigrafi, Grafiche Fioroni, Casette D’Ete, 2003

10) 15 epigrafi con dedica, Battello Stampatore, Trieste 2007

11) Poesie Operaie (raccolta antologica) EDIESSE, Roma 2007

12) L’Iddio ridente. Prefazione Stefano Verdino. Editrice Zona

Narrativa

1) Palmiro, presentazione Antonio Porta, lavoro editoriale, Ancona,

1986

2) Palmiro, (seconda edizione) 1990

3) Palmiro, (terza edizione) Baldini&Castoldi. 1996

4) Le mitologie di Mary, Postfazione: Mary B. Tolusso, Lietocolle,

2004

5) L’Allucinazione. Edizioni; “affinità elettive” CATTEDRALE 2008

6) Cristi Polverizzati. Prefazione Andrea Cortellessa, Emanuele Zinato,

Angelo Ferracuti, edizioni: fuoriformato

7) La neve nera di Oslo, prefazione Angelo Ferracuti, edizioni EDIESSE



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