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Pro/vocazioni. Dieci domande a scrittori e poeti italiani. #12 GHERARDO BORTOLOTTI

Creato il 02 settembre 2010 da Fabry2010

Pro/vocazioni. Dieci domande a scrittori e poeti italiani. #12 GHERARDO BORTOLOTTI

a cura di Franz Krauspenhaar

Dieci domande secche (o delle 100 pistole) a scrittori e poeti italiani. Sempre le stesse domande per tutti, non si scappa. Scrittori e poeti giovani e meno giovani, famosi e poco conosciuti. Domande provocatorie (forse) sulla vocazione letteraria. Uno spaccato, un ritratto, un modo di vederci più chiaro, uno spunto per approfondire una conoscenza. Uomini e donne che fanno della loro vita un romanzo non solo da continuare a vivere ma anche da continuare a scrivere. O sotto altre forme della scrittura, come la poesia. Un modo per essere al mondo ed esprimere non solo se stessi ma proprio questo mondo che noi siamo e allo stesso tempo ci contiene.

Sei uno scrittore. Chi te lo fa fare?

È tutto frutto di un equivoco. Fino a un certo punto mi è sembrata una buona idea, diciamo fino ai 25 anni. Era una cosa che mi veniva spontanea, la soddisfazione narcisistica c’era, la sublimazione  anche. Per di più, potevo vestirmi a tono.

Poi, mi son trovato con un sacco di racconti che non finivano, mi ero esposto con gli amici, con le ragazze. Ero già stato segnato dal silenzio delle riviste a cui mandavo i miei testi, dalla superficialità di altri che scrivevano. Nel corso della giornata, continuavo a ripetermi che dovevo solo vergognarmi.

D’altronde, ormai la frittata era fatta. Da qualche parte dovevo pur andare a parare. Adesso, c’è solo da capire come va a finire.

Amori e odi letterari. Per favore alla voce odi non citare solo gente defunta.

Qui il problema è che dovrei fare delle liste di decine di nomi, per gli uni e per gli altri. Potrei cavarmela dicendo che l’ultimo libro che mi ha fatto morire è Illusioni perdute di Balzac (che è sempre vivo nei nostri cuori). Poi, uno scrittore vivo e vegeto che ho letto da poco e molto mi ha convinto è Giorgio Falco. Lascio stare Calvino, Ballard, Gibson, Stein, Ponge, Perec, Gadda e quant’altri e, per finire, dichiaro che, naturalmente, amo i miei compari di GAMMM.

Sugli odi, per essere sincero, dovrei dire che non ho dei veri e propri odi letterari. Diciamo che ho più delle irritazioni. Mi irrita Tondelli. Mi irrita Carver. Mi irrita la prosa di Nori e tutto il suo birignao degli anacoluti, per parlare di un vivo (e chiarendo che, comunque, l’anacoluto). Mi irrita certa prosa raffinata come quella di Orhan Pamuk, per dire anche qui l’ultimo che ho letto, o dello scrittore “tipo” che pubblica Adelphi. Mi irrita la prosa finto-sciatta che poi è sciatta davvero. Ecco, ho odiato Chuck Palanhiuk che mi è sembrato una vera truffa ed uno spreco di tempo e di cui, a differenze degli altri autori citati, non posso neppure dire che ne riconosco il valore.

Sì, Palanhiuk è una truffa. Quanto pensi di valere? Per favore rispondi non in scala da 1 a 10 ma con un discorso articolato.

Penso di valere abbastanza per essere ricordato da chi mi legge la prima volta. Non è chiaro, d’altra parte, se vengo letto abbastanza la prima volta.

Cosa pensi dell’amore? (Rispondi a parole tue)

Una storia d’amore, per conto mio, è una specie di pervicace doppio senso da cui non si è capaci di uscire. Una sorta di accumulazione originaria di senso delle cose. Con tutte le eventuali spoliazioni.

Può darsi che non abbia afferrato il concetto… Pensi che Dio, che tu ci creda o no, è ancora “materiale letterario”?

Immagino di sì. Ma cosa non può essere materiale letterario? La mia impressione, tuttavia, è che l’esercizio della letteratura, almeno per come la intendo io, è necessariamente la frequentazione di uno spazio senza dio. Non automaticamente ateo ma pre- o post-divino ed essenzialmente umano. Anche erroneamente, ottusamente, ferocemente. E, allora mi chiedo, piuttosto: arrivati dove siamo arrivati, nello scorcio del terzo millennio e quant’altro, che materiale letterario è l’essere umano?

Sei invidioso?

Parecchio. Mi sembra il minimo.

Preferisci una notte d’amore stupenda con il partner ideale o una maxirecensione di D’Orrico?

Preferirei una sinecura a 3000 euro al mese.

Cosa pensi del Nobel della Letteratura a Bob Dylan? Sei favorevole o contrario?

Lo trovo una specie di favore non necessario o il goffo tentativo di farselo fare – oltre che il sintomo di un certo grado di confusione. Non sono né favorevole né contrario (fingendo, ovviamente, che la cosa possa avere una qualche rilevanza).

Da un punto di vista estetico ti sembra giusto che lo Strega l’abbia vinto Pennacchi e non l’Avallone?

Per essere del tutto sincero, la mia idea è che, dal punto di vista estetico, è proprio ingiusto che esista lo Strega. Dopodiché, diciamo dal punto di vista sociale e/o culturale, da quanto ho letto immagino che sia meglio Pennacchi. Ma, per quel che mi riguarda, sono solo voci di corridoio.

Progetti per il futuro?

Un futuro.

Nota biobibliografica:

Gherardo Bortolotti (bgmole.wordpress.com) è nato a Brescia nel 1972. Nel 2005, ha pubblicato l’e-book “Canopo” (Cepollaro E-dizioni). Nel 2007, ha pubblicato la plaquette “Soluzioni binarie” (La camera verde) ed il wee-chap “tracce per dusie, 103-197” (dusie.org). Nel 2009, infine, ha pubblicato “Tecniche di basso livello” (Lavieri) ed ha partecipato all’antologia “Prosa in prosa” (Le Lettere). Con Michele Zaffarano cura la collana “Chapbooks” per Arcipelago Edizioni. Ha collaborato ad un libretto d’artista di Massimo Nota e con lo stesso ha realizzato “Notazine 3”. Ha pubblicato testi e traduzioni in rete e su rivista. Tiene blog in italiano ed in inglese. È tra i fondatori e curatori del blog di traduzioni e letteratura sperimentale gammm.org.



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