Pro/vocazioni. Dieci domande a scrittori e poeti italiani. 4# FRANCESCA TINI BRUNOZZI

Creato il 01 agosto 2010 da Fabry2010

a cura di Franz Krauspenhaar

Dieci domande secche (o delle 100 pistole) a scrittori e poeti italiani. Sempre le stesse domande per tutti, non si scappa. Scrittori e poeti giovani e meno giovani, famosi e poco conosciuti. Domande provocatorie (forse) sulla vocazione letteraria. Uno spaccato, un ritratto, un modo di vederci più chiaro, uno spunto per approfondire una conoscenza. Uomini e donne che fanno della loro vita un romanzo non solo da continuare a vivere ma anche da continuare a scrivere. O sotto altre forme della scrittura, come la poesia. Un modo per essere al mondo ed esprimere non solo se stessi ma proprio questo mondo che noi siamo e allo stesso tempo ci contiene.

Sei uno scrittrice. Chi te lo fa fare?

Le mani, che non stanno ferme.

Amori e odi letterari. Per favore alla voce odi non citare solo gente defunta.

Carlo Emilio Gadda / Alessandro Baricco

Quanto pensi di valere? Per favore rispondi non in scala da 1 a 10 ma con un discorso articolato.

Una cifra.

Grazie per la  risposta articolata… Cosa pensi dell’amore? (Rispondi a parole tue).

Grande invenzione dell’uomo.

Pensi che Dio, che tu ci creda o no, è ancora “materiale letterario”?

Porcozzio, sì!

Sei invidiosa?

Moltissimo.

Preferisci una notte d’amore stupenda con il partner ideale o una maxirecensione di D’Orrico?

Festeggerei volentieri la seconda con la prima.

Cosa pensi del Nobel della Letteratura a Bob Dylan? Sei favorevole o contrario?

Contraria ai Nobel per la Letteratura a cantautori, calciatori, cabarettisti e politici, con rispetto per le loro carriere e i loro eventuali talenti. Il Nobel per la Letteratura che venga dato a scrittori che fanno quello nella vita.

Da un punto di vista estetico ti sembra giusto che lo Strega l’abbia vinto Pennacchi e non l’Avallone?

Non saprei, non so che faccia hanno rispettivamente.

Progetti per il futuro?

Trovare il modo di riprendere a leggere, di non scrivere più, di impegnarmi creativamente in altre attività manuali.

Francesca Tini Brunozzi è nata a Narni nel 1964. Vive a Vercelli e lavora a Torino.

Le sue liriche sono apparse sulle riviste «Specchio della Stampa», «L’immaginazione» e «Accattone», nelle antologie italiane Le voci della poesia (Elytra Edizioni 2000), Poesia da fare (Biagio Cepollaro E-dizioni 2003), SwingInVersi (Lampi di stampa, Milano, 2004) e Help! The Beatles! (Lampi di stampa 2005), nelle antologie bilingui Poèmes chuchotes sur la berge du Po (ELR Edizioni Le Ricerche, Losone, 2008), Double Skin. New Poetic Voices from Italy and Singapore (Ethos Books, Singapore, 2009), Sognando a Parigi (Edizioni Verso l’Arte, 2009)

Ha pubblicato il saggio La vertigine della maschera. Il poetry slam come gioco letterario in Corpi letterari. L’esperienza sportiva nella cultura del Novecento (Interlinea, Novara, 2005).

Per le edizioni Manifattura Torino Poesia ha pubblicato la raccolta Frau (2007-2010) con traduzioni di poesie in varie lingue, ha curato le antologie Le carte di riso. Quindici poeti vercellesi (2008), Pollockiana. Poeti italiani contemporanei per la nuova pittura americana, (2009). Per le stesse edizioni è in uscita il suo poema Mi è testimone la terra.

Dal 2005 cura eventi di promozione e valorizzazione della poesia contemporanea, allestendo a Vercelli le prime edizioni della Giornata Mondiale della Poesia UNESCO, fondando nell’autunno 2006 la Casa della Poesia di Vercelli, nel 2007 entrando nel direttivo del Festival Torino Poesia.



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