Per Amber e gli altri comincia una lotta selvaggia per la sopravvivenza....
Prowl comincia come peggio non si potrebbe, cioè come milioni di altri film. Anche se non conoscessimo il genere di film che ci stiamo apprestando a vedere , riconosceremmo subito che è un horror.
Il solito gruppo di adolescentiminkia, o meglio di giovani adulti usciti da un pezzo dall'adolescenza almeno anagraficamente ma cerebralmente regrediti come se potessero rimanere teenagers a vita mantenendo però tutti i vantaggi dell'essere adulti ( tipo sfondarsi il fegato d'alcool), il solito chiacchiericcio insulso sulla sacra triade sesso, sport e rock'n'roll, i soliti frullati di testosterone testicolare da parte di maschietti abituati a pensare solo con quel toro che gli scalpita nelle mutande, pardon boxer, mentre le signorine fanno le ochette.
E naturalmente vengono servite anche montagne di due di picche al nerd di turno ( se è l'unico che porta gli occhiali un motivo ci sarà pure, anche se la mamma sicuramente gli ha spiegato che fare quelle cosacce fa diminuire la vista) che però è l'unico fornito di mezzo di locomozione.
In questo quadro desolante c'è spazio solo per il personaggio di Amber, quella che vuole fuggire perchè il paesino le sta troppo stretto, l'unica che sembra annoiata dalle chiacchiere degli altri, che sembra sopportarli a malapena...però sono suoi amici.
Dopo la mezzoretta canonica in cui succede poco o nulla, il film cambia decisamente registro e finalmente si vede qualcosa che non sia il piattume visto fino ad ora. Niente di memorabile , per carità , ma almeno Prowl raggiunge il suo scopo di intrattenere e lo fa anche decentemente.
Si vede che è fatto tutto un po' al risparmio, le creature fameliche che vogliono fare a tranci i ragazzi ( e diciamocelo, un po' tifiamo per loro perchè quei minchioni non si sopportano) sembrano dei vampiri zombizzati o degli zombi vampirizzati , fate un po' voi e sembrano portati via di peso dalle sessions di 30 giorni di buio.
Anche qui deja vù, quindi ma perlomeno il regista grazie ad alcune scelte visive azzeccate e a uno score musicale decisamente incalzante che riesce a sottolineare con vigoria i momenti clou del film, non manda tutto in vacca ma riesce a confezionare uno spettacolo accettabile.
La rivelazione che cambia tutta la prospettiva del film non disturba più di tanto, così come è positivo che rimanga un alone di mistero su quelle creature, su chi le ha create e sul perchè invece di invadere qualche città piena di sangue fresco di giugulare, si autoconfinino in una fabbrica abbandonata nutrendosi con sacche di plasma.
Certo ci potevano risparmiare la lezione di filosofia spicciola fatta da Veronica a Amber...ma dura poco...
Non me la sento di condannare un prodotto come questo, perchè è fatto con un pugnetto di dollari ma non sfigura accanto a produzioni ben più blasonate e di questo va dato merito al regista che fa di necessità virtù e usa benissimo la clamorosa location che gli fornisce la produzione, un capolavoro di archeologia industriale trovato da qualche parte della Bulgaria.
Ultima notazione tecnica: ma quanto è bella Ruta Gedmintas e perchè non è la protagonista visto che Cortney Hope di fronte a lei sembra un gatto scorticato o una cozza appena staccata da uno scoglio?
( VOTO : 6 / 10 )