Ma una strana tosse, proveniente dalla camera dei bambini, distoglie me dalla tastiera e lui dal suo libro.
E' Elia.
Elia che non riesce a respirare bene e che diventa blu.
Corriamo in ospedale!
Lui guida veloce, io dietro con il bimbo in braccio e il cuore in gola.
Al pronto soccorso gli fanno subito un aerosol di adrenalina. Altri due aerosol e poi decidono di ricoverarci.
Lui se ne torna a casa solo soletto, a noi ci assegnano un letto e mettono una flebo ad Elia.
Lui a casa a fare il
Noi in ospedale a guardare i cartoni animati.
A fare amicizia con bimbo R del letto accanto e la sua mamma.
A cercare un modo di andare in bagno a fare pipì attaccati alla flebo: la mamma prende Elia in braccio, se lo sistema sull'anca e con la mano libera afferra il bastone della flebo e s'incammina, più velocemente possibile. Ma si dimentica il filo della corrente attaccato alla presa e dopo svariati strappi, allarmi e disastri sventati i due escogitano un sistema piacevole: Elia sale sulle rotelle della flebo e si tiene saldamente all'asta con le manine, la mamma stacca la spina e spinge velocemente bimbo+flebo in bagno. Mai stati beccati da un'infermiera.
Alla mattina il papà arriva con cinque brioche.
Alla sera porta in visita i fratelli. Giacomo, che dal giorno della Prima Comunione grazie al regalo dei nonni, è diventato il fotoreporter ufficiale della famiglia, scatta decine di foto al malatino. Orlando è estasiato dalla mascherina dell'aerosol: "Sembri Mr Freeze!" [ndt: un cattivo di batman]. Leonardo se lo sbaciucchia fino allo sfinimento.
In corsia, durante la visita dei fratelli, arrivano i pagliacci: bolle di sapone e spade di palloncini per tutti! Una battaglia epocale si scatena nella stanza di ospedale numero 118.
Il penultimo giorno gli hanno tolto la flebo. Dal menù dell'ospedale la mamma, per festeggiare, ha ordinato coniglio e polenta. Meno male che erano avanzate delle brioche.
Una mattina il dottore ci dimette.
- Elia, andiamo a casa!
- Yuppi!
Siamo tornati!