Se aumentiamo la focalizzazione e ci concentriamo sulla seconda metà del Novecento e sulla narrativa contemporanea, vediamo come il fenomeno muti, assumendo connotazioni sempre più polemiche, di protesta. Se è vero che genere sessuale e posizione sociale non sono più un problema, gli scrittori sono abilissimi a crearsi nuove barriere e nuovi problemi. Un problema è effettivamente il peso dell'eccessivo successo, che spinge molti scrittori a tentare vie alternative sotto pseudonimo. Celeberrimo il caso di Stephen King, che tra gli anni Settanta e Ottanta ha firmato diversi romanzi come Richard Bachman.
Stephen King
Una scelta operata per varie ragioni, soprattutto per mettere alla prova i suoi lettori e il mondo editoriale. King organizzò bene la sua burla: pubblicò cinque romanzi con una casa editrice diversa dalla sua e diede spessore al ritratto di questo suo alter ego, pubblicandone pure una presunta fotografia. Quando il gioco venne scoperto, King fece morire "di cancro" la sua creazione, per poi onorarne la memoria nei romanzi successivi. Un esperimento, dunque, per niente fallito: i romanzi di Bachman ebbero un discreto successo, ma sicuramente più successo ha avuto la creazione del suo alter ego.Nell'operazione di King burla, gioco e invenzione letteraria s'erano intrecciate alla polemica contro i pregiudizi delle case editrici. Quest'ultimo aspetto in poco tempo diviene predominante nel ricorso allo pseudonimo: così è in casi più recenti e anche più noti e sorprendenti. In Francia ha fatto scalpore il caso di Romain Gary (già pseudonimo), unico scrittore a vincere due volte, contro il regolamento, il prestigioso Premio Goncourt, partecipando con un romanzo firmato con un altro pseudonimo ancora. Polemica voluta dall'autrice, invece, nel caso di Doris Lessing, Premio Nobel 2007: quando era già famosa, mandò un manoscritto a una casa editrice sotto falso nome, ma venne scartato. La Lessing a quel punto scoprì le carte e puntò il dito contro l'ipocrisia delle case editrici.Ultima arrivata, la Rowling. Una scrittrice che, al netto dei quattrini guadagnati con la fortunata serie di Harry Potter, fa parlare di sé anche quando non vorrebbe e mostra già insofferenza per l'ossessione mediatica cui è sottoposta - in effetti, mancano solo le recensioni alla sua lista della spesa.J.K. Rowling
La madre del maghetto l'estate scorsa ha sorpreso tutti con la pubblicazione di un giallo per adulti, scritto nonostante il pericolo di una pioggia di critiche e il peso della sua fama. Pochi libri, secondo il mio modesto parere, possono vantare l'ossessione che il suo Il seggio vacante ha suscitato, quasi come fosse il flop di una scrittrice da Nobel e non, com'è realisticamente, al netto delle opinioni personali, una prova diversa per una fortunata ma dilettante autrice di una saga per bambini. Tutte ragioni, comunque, che l'hanno indotta a rispolverare l'uso dello pseudonimo letterario, pubblicando sotto la falsa identità dell'esordiente Robert Galbraith un secondo giallo, The Cuckoo's Calling. Rifiutato, snobbato dalla critica forse ancora più del precedente, ha venduto solo 1500 copie in tre mesi, incontrando però il favore di un pubblico limitato ma sinceramente entusiasta. A cercare sui social network librari le più vecchie recensioni, s'incontra un giudizio positivo e ben disposto verso il libro. Proprio quel che cercava, probabilmente, la Rowling: un riscontro serio che non venga falsato dal suo nome, per un romanzo di genere scritto solo per il piacere di raccontare una storia.Laura Albert / Savann Knoop "J.T. Leroy"
In Italia Ingannevole è il cuore più di ogni cosa viene candidato al Premio Strega 2000, mentre nel 2005 Asia Argento ne realizza un film. Il 9 gennaio 2006 arriva la rivelazione shock: J.T. Leroy non esiste. Al suo posto, una donna quarantenne chiamata Laura Albert, autrice dei libri, e la giovane cognata di lei, Savannah Knoop, che impersonava il personaggio nelle uscite pubbliche. Cos'è successo? E' successo che una trentenne (all'epoca), con la passione della scrittura e del camuffamento, di fronte agli ostacoli nel lungo cammino verso una pubblicazione, si sia spacciata per un giovane ragazzo, finendo con l'impersonare completamente la sua creazione. Il mondo non l'ha presa molto bene: se alcuni gridavano al genio e parlavano del "caso J.T. Leroy" come una nuova forma di creazione letteraria, il potere giudiziario statunitense l'ha vista semplicemente come frode, condannando la Albert per un contratto cinematografico firmato con il suo pseudonimo.Esperienza tutta italiana, e con conseguenze ben diverse, quella di Lara Manni. Sebbene sia fortissima la tentazione di ignorare questa disastrosa esperienza editoriale italiana, il caso Lara Manni ha il pregio di presentarsi come sintesi perversa delle nuove manifestazioni dello pseudonimo letterario.Loredana Lipperini
Saranno pochissimi a ignorare la vicenda, ma può essere utile ripresentarla in maniera rapida e semplice, attenendosi ai fatti. Fatti: Loredana Lipperini, giornalista per La Repubblica e scrittrice per Feltrinelli, viene accusata di essere Lara Manni, giovane scrittrice di fanfiction, che esordisce con Esbat, romanzo urban fantasy per i tipi di Feltrinelli. La misteriosa Lara Manni non è mai apparsa in pubblico, ma scriveva giornalmente sul suo blog, risponde(va?) alle mail dei suoi ammiratori ed è grande amica del collettivo Wu Ming nonché, guarda caso, di Loredana Lipperini, con la quale condivide (anche lei, come la Rowling!) l'agente letterario. Proprio il loro rapporto alla Peter Parker/Spiderman (con tanto di recensioni incrociate) fa subodorare l'identità, finché il bollino della SIAE di Esbat, registrato a nome Loredana Lipperini, mette a tacere qualunque dubbio. Il mondo editoriale italiano registra appena il caso, che invece infiamma il web: la Lipperini insabbia tutto, minaccia querele a destra e manca e scoppia una guerra che viene combattuta a pagine di Wikipedia. Ad oggi, la Wikipedia italiana considera Lara Manni e Loredana Lipperini due persone distinte, accennando appena al caso. Qualunque sia la verità dietro il caso, il commento non può che essere uno solo: un'immensa pessima figura per scrittrice, editori e lettori. Cerchiamo di tirare le somme. Perché - si potrebbe obiettare, in una semplicistica lettura di questo articolo - King è un genio, Laura Albert una pazza (ma comunque geniale), la Rowling una vittima e la Lipperini sarebbe, nelle peggiori delle ipotesi, un'ipocrita?Articolo di Tancredi