Il gioco è uno strumento fondamentale per la crescita dei bambini. Attraverso di esso, i bambini, fanno esperienze che riguardano se stessi, gli altri e l’ambiente che li circonda. Queste esperienze hanno lo scopo di permettere lo sviluppo di numerose abilità (motorie, cognitive, affettive, relazionali, etc.) e di acquisire nuove conoscenze. Il bagaglio delle abilità e conoscenze, appreso con il gioco, diventa un bene permanente, utile per affrontare la vita.
I giochi “utili” sono tanti e diversi, secondo l’età, gli interessi e le abilità in uso. I giochi sono più utili quanto più sono liberi cioè non vincolati dalle scelte degli adulti. Il ruolo dell’adulto è quello di predisporre giochi adatti al bambino, di osservarlo costantemente (per evitare che si faccia male, per dargli sicurezza e per conoscerlo) e di intervenire solo quando necessario (lasciate che i vostri bambini tentino di cavarsela da soli ma intervenite quando il compito è più complesso delle abilità possedute).
Cosa significa predisporre giochi adatti? Significa prestare attenzione a numerosi aspetti. Primo fra tutti, l’età. Un gioco può essere utile a 5 anni ma pericoloso a 2 anni oppure inutile a 3. Questo cosa vuol dire, che ad ogni età il bambino possiede capacità, interessi e potenzialità differenti tali da trovare un gioco “utile” piuttosto che un altro. A un anno di età i bambini amano assaggiare le cose e tutto ciò che li circonda, questo è il loro canale preferenziale per conoscere il mondo e quindi diventa “utile” offrire giochi che possano essere portati alla bocca, facilmente lavabili, non troppo piccoli né troppo grandi, indistruttibili (per evitare che piccole parti vengano ingerite) e naturalmente atossici. Queste regole non sono più adeguate per un bambino più grande.
Secondo aspetto riguarda gli interessi. E’ inutile offrire libri ad un bambino che ama rotolarsi a terra allora diventa più opportuno proporgli cuscini, tappeti,
Il terzo aspetto si riferisce alle capacità acquisite e a quelle potenziali. Le capacità acquisite sono quelle che il bambino possiede già e che sicuramente ama sperimentare ma ancora di più ama sperimentarsi in abilità nuove che sta imparando, ma di cui non è in pieno possesso. Per esempio se un bambino di due anni non è capace di infilarsi le scarpe da solo ma tenta per imparare, tenterà fino a che non ci sarà riuscito e questo per lui sarà il più bel gioco del momento!
Infine è importante valutare anche il fattore tempo. Tempo inteso come momento della giornata e tempo come durata di un gioco. Nel pomeriggio, per esmpio, ci si può dedicare ad un gioco più duraturo e movimentato mentre alla sera è più opportuno un gioco breve e rilassante perché ci si appresta ad andare a dormire.
Naturalmente queste regole devono combinarsi positivamente con regole e ritmi degli adulti per questo è bene ritagliarsi spazi precisi e protetti da interferenze esterne che aiutano gli adulti a rilassarsi e i bambini ad esprimersi piacevolmente.
Dott.ssa Katjuscia Manganiello – Psicologa Psicoterapeuta Pesaro
Studio di Psicologia e Psicoterapia – via Guido Postumo, 8 Pesaro