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PSICOLOGIA INFANZIA PESARO. “Il gioco della lotta: un aiuto per imparare a regolare le relazioni”

Da Dott.ssa Katjuscia Manganiello - Pesaro


PSICOLOGIA INFANZIA PESARO. “Il gioco della lotta: un aiuto per imparare a regolare le relazioni”
Il gioco della “lotta” è quel gioco in cui due soggetti fanno finta di combattere uno contro l’altro senza farsi male. E’ il gioco della regolazione delle forze e del contatto fisico che aiuta a scaricare le tensioni, ad imparare a conoscere l’altro e ad autoregolarsi. E’ un gioco primitivo e istintivo che possiamo osservare anche tra i cuccioli di molte specie di animali, in particolare tra quelle aggressive.
Chi può partecipare?Il gioco della lotta può essere intrapreso con un compagno della stessa età o di età differenti: tra due bambini o tra un adulto e un bambino o tra due adulti e in ogni versione saprà insegnarvi qualcosa di più sulla relazione con l’altro. Parlo di due compagni poiché il due è il numero ideale per questo gioco; aggiungere altri partecipanti è possibile ma ne potrebbe disperdere gli effetti o aumentare il rischio di una perdita di controllo del gioco.   
Perché è utile il gioco della lotta? E’ utile perché permette di scaricare la tensione, la rabbia e l’aggressività senza fare male a nessuno (se stessi, altre persone o cose). E’ socialmente accettato anche se a volte è temuto dagli adulti perché potrebbe degenerare con il rischio di una perdita del controllo. E’ un gioco, quindi fa divertire chi vi partecipa. Aiuta a conoscere i propri impulsi aggressivi e ad imparare a controllarli. Permette di conoscere l’altro, i suoi punti di forza e i punti deboli e insegna a rispettarli. Insegna il senso del rispetto per se stessi e per l’altro e quindi la reciprocità degli scambi relazionali. 

A chi si consiglia di fare questo gioco? Tutti possono fare questo gioco, in particolare ne potranno trarre beneficio i bambini con difficoltà ad esprimere la rabbia o la tensione, o al contrario bambini che apparentemente sono incapaci di controllare gli impulsi. E’ utile per genitori che hanno difficoltà con i loro bambini: a comprenderli, a farsi rispettare, ad esprimere la propria autorevolezza (in questi casi la lotta è tra un genitore e il bambino). E’ utile, anche tra adulti quando per esempio è la coppia a non funzionare bene perché rancorosa o distante. E poi in tante altre occasioni come nel caso di Giovanni, fratello geloso di Luca. Giovanni è arrabbiato perché le attenzioni ora non sono più tutte per lui e di condividerle proprio non gli va. Così ogni occasione è buona per fare dispetti a suo fratello minore. Con il tempo, però, le cose invece di migliorare si rinforzano e i genitori non sanno più che strada intraprendere. Dato che Luca ha un rapporto privilegiato con la mamma (ha pochi mesi e viene allattato al seno) il mio consiglio è quello di creare un rapporto privilegiato tra Giovanni e il padre muovendo i primi passi attraverso il gioco della lotta. Il gioco della lotta tra Giovanni e il suo papà ha creato uno spazio speciale tra “gli uomini più grandi della casa”. In questo spazio, Giovanni ha potuto esprimere la sua rabbia per il ruolo perso di figlio unico e il papà ha riconquistato il suo ruolo di educatore autorevole ma anche amorevole. Così Giovanni si è sentito di nuovo importante è ha acquistato la sicurezza necessaria ad accogliere il fratello come parte della sua famiglia.

Quali sono le regole da rispettare nel gioco della lotta?

Le regole devono essere semplici, chiare e essenziali.

1-   Fare il gioco della lotta in un luogo sicuro e protetto;
2-   Non bisogna farsi male;
3-   Se qualcuno si fa male il gioco deve essere interrotto;
4-   E’ necessaria la presenza di un adulto che osserva e interviene a interrompere il gioco quando
l’eccitazione è eccessiva e non garantisce più il controllo degli impulsi.


La figura dell’adulto, che può essere lui stesso un compagno di gioco, è molto importante, soprattutto, quando le regole del gioco non sono state ancora interiorizzate. Ha il compito di monitorare lo stato di eccitazione e fermare il gioco quando lo ritiene opportuno. Con il tempo i bambini impareranno ad autoregolarsi e non avranno più bisogno della  supervisione dell’adulto.    

Dott.ssa Katjuscia Manganiello – Psicologa Psicoterapeuta Pesaro Urbino Marche

Studio di Psicologia e Psicoterapia – via Guido Postumo, 8 / 61121 Pesaro Urbino Marche


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