Dott.ssa Milena Giacobbe
Psicologa dell’età evolutivaViale Dante, 20 NovaraCel. 348.3173462
I consigli della psicologa dell'età evolutiva, dott.ssa Milena Giacobbe È ormai un mese che Giulia frequenta la scuola dell'infanzia. I suoi genitori erano preparati al fatto che avrebbe avuto una crisi: i lacrimoni erano attesi e forse anche la richiesta incessante di non andare a scuola, ma erano sicuri che dopo il caldo abbraccio di mamma e papà andati a riprenderla a scuola, la piccola Giulia sarebbe tornata serena e sorridente come prima. Invece le cose si stanno un po’complicando e stanno mettendo alla prova tutta la famiglia.I dubbi dei genitori di Giulia sono comuni a molti genitori: insistere o diminuire le ore di permanenza a scuola, fidarsi delle maestre che dicono che è una fase transitoria o indagare su quello che accade dentro alle mura scolastiche alla ricerca di una spiegazione plausibile alla tristezza che sembra trasparire dal volto di Giulia quando si parla di scuola?Innanzitutto è necessario fermarsi un attimo a riflettere sui propri comportamenti e chiedersi se in qualche modo l’ansia legata a questo particolare momento è stata trasmessa, magari inconsciamente, ai propri figli. A volte, per esempio, magari anche solo un “Sei proprio sicuro?” può essere interpretato da un bambino come un implicito impedimento a fare qualcosa. Altre volte ancora la scelta della scuola è magari dipesa esclusivamente da motivazioni logistiche e le maestre non godono della fiducia necessaria…Fatte queste riflessioni è poi opportuno osservare quali sono i comportamenti messi in atto dai bambini che faticano a “ingranare”. Soprattutto significa osservare se il timore si manifesta in momenti particolari (l’entrata, il pasto, il sonnellino pomeridiano …) o in contesti specifici (vicino ad alcuni adulti o ad alcuni coetanei, in un’aula piuttosto che in un’altra) e, per capire questo, è bene avere un confronto diretto con le insegnanti. Trovare con loro una strategia comune che aiuti i bambini a superare la difficoltà è fondamentale. E se proprio non si ha successo, l’eventuale cambio di scuola non deve essere una fuga, ma la decisione di un genitore consapevole delle difficoltà del figlio e fiducioso che in collaborazione con figure disponibili, anche il “suo piccolo” potrà serenamente frequentare la scuola.Un’ultima riflessione: i bambini, come spesso scrivo, tendono a collaborare, ma per farlo devono sentirsi appoggiati e devono sviluppare in loro la convinzione che sono in grado di farcela e che, anche se cadranno, potranno riprovarci perché non hanno deluso nessuno, ma si stanno solo allenando nella palestra della vita …