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Psicosi di massa negli usa: come Big Pharma ha assuefatto gli americani ai farmaci antipsicotici

Creato il 23 agosto 2011 da Informasalus @informasalus

Fonte: ccdu.org


CATEGORIE: Denuncia sanitaria , Salute
farmaci antipsicotici
Psicosi di massa negli usa: come Big Pharma ha assuefatto gli americani ai farmaci antipsicotici

Siamo diventati una nazione di psicotici? A giudicare dal boom di farmaci antipsicotici si direbbe di sì. Nel 2008, con un fatturato superiore ai 14 milioni di dollari, questi psicofarmaci sono risultati i farmaci più venduti, superando in classifica persino i farmaci contro il colesterolo o il reflusso acido.
Una volta gli antipsicotici venivano prescritti a un numero relativamente piccolo di pazienti, affetti da vere psicosi - principalmente schizofrenici - per trattare sintomi come allucinazioni, illusioni ecc.. Oggi sembra che tutti prendano antipsicotici. Ai genitori viene spiegato che i loro figli ribelli sono in realtà bipolari e devono essere trattati con antipsicotici, gli anziani colpiti da dementia vengono curati con farmaci normalmente riservati agli schizofrenici, e i cittadini con sintomi che spaziano dalla depressione all’ansia all’insonnia vengono imbottiti con una quantità di antipsicotici da fare pensare a una psicosi di massa.
Sarà un caso che il boom di antipsicotici coincida con l’introduzione sul mercato di una nuova classe di psicofarmaci noti come ‘antipsicotici atipici’? Questi farmaci - tra cui Zyprexa, Risperdal, Seroquel e Abilify - vengono reclamizzati come più efficaci dei loro predecessori (Haldol e Torazina) ma privi dei loro devastanti effetti collaterali, in particolare tremore e altri disturbi motori. Le vendite si sono impennate e, d’incanto, si è scoperto che gli antipsicotici non servono solo agli psicotici.
Tutti sanno che l’industria farmaceutica cerca d’influenzare i dottori con campagne di marketing, gadgets, viaggi e fondi per la ricerca. Gli psichiatri, spiega il Dr. Adriane Fugh-Berman, sono i più ricettivi in quanto le loro diagnosi sono estremamente “soggettive”. Lo strizzacervelli non può usare un test del sangue o una TAC per diagnosticare le malattie mentali e ci si riduce sempre a un caso di diagnosi secondo prescrizione (il paziente si sente meglio con l’antidepressivo dunque era depresso).
Marcia Angell, ex editor del New England Journal of Medicine e nemica giurata di Big Pharma, la mette giù in maniera ancora più esplicita: “Gli psichiatri sono al soldo dell’industria farmaceutica”. La Angell fa notare che tra i 20 membri dell’Associazione Psichiatria Americana che scrivono le linee guida per la prescrizione di farmaci, 18 hanno legami finanziari con l’industria farmaceutica, mentre la maggior parte dei redattori del Manuale Diagnostico e Statistico - la bibbia delle diagnosi mentali - ha simili conflitti d’interesse.
In un recente articolo sul New York Review of Books, la Angell ricostruisce quella che definisce “epidemia di malattie mentali”. L’uso di antipsicotici e antidepressivi è letteralmente esploso, e se questi nuovi farmaci fossero così efficaci, ci dovremmo ora aspettare un calo di malattie mentali, non un aumento. Tuttavia la lista di persone etichettate come malati mentali è in continuo aumento - il 250% nel ventennio dal 1987 al 2007 - e l’aumento di diagnosi è ancora più allarmante nel caso dei bambini - una crescita del 3500%.
Sotto la tutela di Big Pharma stiamo espandendo i criteri di diagnosi delle malattie mentali in maniera da rendere tutti malati. Fugh-Berman è d’accordo: “Nell’era del marketing aggressivo da parte dell’industria farmaceutica, le diagnosi psichiatriche si sono estese fino a includere molte persone che sono perfettamente normali.”
I dati di consumo italiani non sembrano contraddire quanto emerso a livello internazionale, confermando un trend in crescita sia per quanto riguarda i consumi sia relativamente al numero di pazienti trattati. Da un’analisi su ASL italiane il consumo degli antipsicotici in sei anni, dal 2003 al 2008 è più che raddoppiato e le prescrizioni annue hanno avuto un incremento del 63%.

Al Jazeera
- 12 luglio 2011 - di James Ridgeway


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