Pubblicare un libro: opzioni a confronto (parte 1)

Da Anima Di Carta
Venticinque anni fa (quando ho cominciato per la prima volta ad affacciarmi nel mondo della scrittura) non c'erano altre possibilità per un aspirante scrittore se non quella di inviare per posta il dattiloscritto (faticosamente battuto a macchina e corretto con il bianchetto) a un editore più o meno noto e cominciare a pregare. L'editoria a pagamento era un fenomeno nascente e poco diffuso, Internet non esisteva, l'auto-pubblicazione e altri metodi neanche te li sognavi. Non c'era neppure modo di informarsi, a parte chiedere in giro ai più esperti.
Oggi il mercato editoriale si è complicato, il ventaglio delle possibilità per chi vuole pubblicare un libro si è ampliato e ci sono informazioni a disposizione di tutti, ma ciò nonostante non sempre si fanno scelte oculate e razionali.
Anzi, da quello che leggo in giro e da ciò che mi viene chiesto per e-mail, c'è tantissima confusione e ci si fa ancora condizionare da leggende metropolitane e da personali ed erronei punti di vista.
Qui vorrei analizzare le varie possibilità offerte a un aspirante scrittore, provando a tracciarne un profilo. In questa prima parte parlerò solo di auto-pubblicazione, editoria a pagamento e piccoli editori.

Auto-pubblicazione


Tempi:
rapidi. Se avete fretta di pubblicare o non avete voglia di aspettare, questo è sicuramente il metodo di pubblicazione che fa per voi. Vengono portati a zero i tempi di attesa per la valutazione dell'opera (perché nessuno la esamina), ridotti quelli dovuti alle pratiche burocratiche e alla stampa. Se poi si tratta di un ebook, i tempi si accorciano ulteriormente.
Canali di accesso:
potete rivolgervi a uno dei tanti servizi presenti su internet che vi guideranno a mettere in vendita il vostro libro in uno store online. Questa possibilità è aperta anche agli esordienti (e agli analfabeti) e non ci sono vincoli di linea editoriale, tutto è pubblicabile.
Costi:
le spese sono interamente a carico vostro, e comprendono le varie pratiche, la realizzazione della copertina, l'eventuale e auspicabile editing, la pubblicità, ecc., ma sono comunque abbordabili e di gran lunga inferiori rispetto ad altre soluzioni di pubblicazione a pagamento.
Guadagni dai diritti d'autore:
questo è sicuramente l'aspetto più allettante dell'autopubblicazione, perché le royalties sono molto più alte rispetto all'editoria tradizionale. Inoltre, avrete il pieno controllo dei risultati delle vendite, cosa quasi impossibile da ottenere con un editore tradizionale.
Promozione: 
totalmente a carico vostro. Far conoscere il libro, procacciarvi recensioni e spazi pubblicitari, diffondere comunicati stampa, creare booktrailer, organizzare presentazioni, ecc. sarà interamente compito vostro. E' un impegno non da poco e secondo me non tutti sono predisposti a fare marketing (io per esempio non lo sono).
Distribuzione: 
internet è il canale privilegiato di questo tipo di pubblicazione, con tutti i suoi limiti.
Se avete scelto di abbinare all'ebook la pubblicazione cartacea potete provare anche provare a venderlo tramite qualche libreria e durante le presentazioni, ma non ci si può aspettare di certo una diffusione ampia o una grande visibilità.
Qualità del prodotto:
venendo a mancare l'intermediazione di un editore, la qualità del libro sarà in questo caso affidata solo a voi. Nessuno farà un editing o una semplice correzione di bozze e purtroppo sono in pochi anche a compiere queste operazioni da soli.
Vincoli contrattuali:
questo è sicuramente uno degli aspetti più importanti dell'auto-pubblicazione. La scarsità dei vincoli di chi fa tutto da solo rende il tutto molto attraente. Si ha molta libertà d'azione, di scelta e di promozione. Potete scegliere da soli il titolo, la copertina, il testo della quarta di copertina, come presentare il libro, come promuoverlo. E non siete legati a un unico editore per anni.
Reputazione:
il problema principale di chi si pubblica da solo è quello di ritrovarsi fianco a fianco con semi-analfabeti che data la facilità di questa strada hanno ben pensato di mettere in vendita la storia della loro vita. La concorrenza, inoltre, è enorme e far emergere un libro nella valanga di proposte è un'impresa durissima.
Soddisfazione personale:
non so giudicare pienamente questo aspetto e tutto dipende da cosa si cerca. Da un punto di vista personale non mi sentirei appagata nel pubblicarmi da sola, soprattutto se questa soluzione nascesse da una serie di rifiuti da parte di editori veri, insomma dalla disperazione. Forse è diverso il caso di una scelta consapevole e dettata da altri motivi.

Editore a pagamento - EAP in varie forme


Tempi:
abbastanza rapidi. Gli editori di questo genere non leggono i manoscritti, quindi sono già pronti con il loro bel contratto da proporvi, senza farvi aspettare. Il libro andrà in stampa (a meno di fregature) dopo pochi mesi dalla firma del contratto.
Canali di accesso: 
è probabile che saranno questi stessi pseudo-editori a trovarvi: l'odore di un aspirante scrittore viene annusato a grande distanza. Ma se proprio ne volete cercare uno, ci sono elenchi (... black list) a vostra disposizione su internet.
Costi: 
elevati, ma variabili. L'editore a pagamento può presentarsi in varie forme, più o meno costose. Può venirvi imposto l'acquisto di un certo numero di copie del libro o chiesto direttamente un prezzo per la stampa. O tante altre cose, non fatemele elencare tutte perché mi servirebbe un post a parte...
Guadagni dai diritti d'autore:
sulla carta le percentuali di guadagno sono lievemente più alte rispetto agli editori free, ma se considerate le spese iniziali e quelle che dovete sostenere per promuovervi, difficilmente riuscirete ad andare in pari. Figuriamoci a guadagnare...
Promozione:
un editore di questo tipo non fa promozione e non ha interesse a farla. Ha già avuto il suo guadagno, quindi fare pubblicità al vostro libro spetterà a voi, esattamente come quando vi auto-pubblicate.
Distribuzione:
quasi inesistente nelle librerie fisiche, presente in quelle on-line (con lunghe attese), con visibilità scarsissima.
Qualità del prodotto:
tenendo conto che un editore di questo tipo non vi garantisce né editing, né correzione di bozze e spesso neppure una copertina decente, la qualità del libro è solitamente scarsa. A meno, certo, di esservi occupati personalmente della faccenda, così come nel caso di auto-pubblicazione.
Vincoli contrattuali:
se proprio non potete fare a meno di scegliere questa strada, assicuratevi almeno che il contratto non vi metta un cappio al collo. Considerate che state pagando per cedere i diritti su qualcosa che vi appartiene, non so se mi sono spiegata.
Reputazione:
un tempo quasi nessuno veniva a sapere che avevi pagato per pubblicare. Oggi le case editrici a pagamento le conoscono tutti e la reputazione pessima è assicurata. Gli autori figli di una EAP sono malvisti, discriminati, bollati e poco letti. Talentuosi o meno che siano.
Soddisfazione personale:
visto che conosco un buon numero di autori di questo tipo, posso assicurarvi che non sono affatto soddisfatti, ma più che altri pentiti di aver speso soldi per non ottenere niente di buono.

Editore free piccolo


Tempi:
mediamente lunghi, sui tre-sei mesi. Io sono stata fortunata perché nel mio caso i tempi sono stati veloci, ma non è la regola.
Canali di accesso:
non avendo diffusione nazionale, difficilmente troverete questi editori facendo un giro nelle librerie, ma possono essere rintracciati su Internet, tramite il loro sito o per conoscenza. Esistono in rete anche elenchi di piccole case editrici che accettano esordienti e sono pronte a pubblicare anche nomi sconosciuti. Li trovate spesso anche alle fiere.
Le probabilità che leggano il vostro manoscritto sono molto più alte rispetto a editori più diffusi.
Costi:
nessuno. Per definizione un editore free non deve chiederti neppure un centesimo. Non devi spendere soldi neppure per l'editing, per acquistare copie di libri nel suo catalogo o pagare per venir valutato. Se non è così, non rientra negli editori free.
Guadagni dai diritti d'autore:
esigui. La percentuale su ogni libro venduto è minima, così come sono poche le vendite e bassa è la tiratura.
Promozione:
un piccolo editore investe sulla tua opera e quindi ha un certo interesse a farti pubblicità. Va tenuto anche conto però delle sue limitate possibilità, quindi non necessariamente riceverete un'adeguata promozione. Molto più spesso sarete voi a dovervi occupare di questo aspetto, più o meno alla stregua di una auto-pubblicazione, ma con minore libertà di movimento.
Distribuzione:
di solito la distribuzione nelle librerie è molto ridotta e quasi sempre locale. Garantita solo quella nelle librerie on-line e sui siti, con tempi più o meno lunghi per la spedizione.
Qualità del prodotto:
difficile generalizzare, però direi che ci sono editori piccoli ma professionali, che curano i libri che pubblicano, altri meno attenti. In teoria, però, vengono sempre fatti sia l'editing che la correzione delle bozze. La qualità della carta e della copertina, poi, variano.
Vincoli contrattuali:
legarsi a un editore significa prima di tutto cedere i diritti sulla vostra opera e questo vale per un editore di qualunque calibro. In linea di massima un contratto vi lega a un editore, piccolo o grande che sia, quindi va valutato con attenzione.
Reputazione:
gli editori piccoli non portano grande fama, ma possono essere una buona soluzione per un esordiente. Quando si tratta di nomi davvero sconosciuti nel panorama librario, è facile che un piccolo editore venga scambiato per EAP. Aspettatevi che qualcuno lo insinui o ve lo chieda apertamente...
Soddisfazione personale:
per un esordiente pubblicare senza contributo è sempre e comunque una soddisfazione. Al di là di quello che sarà del libro e del suo successo, significa comunque che qualcuno ha scelto quello che avete scritto e lo ha trovato degno di pubblicazione.
Vi aspetto per la seconda parte del post... Intanto, sono curiosa di conoscere le vostre opinioni!
Anima di carta

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