Pubblicare un libro: un’avventura straordinaria

Creato il 11 settembre 2013 da Lundici @lundici_it

DARIA COZZI

Ho tenuto appunti. Per anni. Ho scritto pensieri sui post it. Tante lettere. Ho riempito pagine e pagine dei block notes o dei quaderni di scuola consumati a metà. Ricordi. Un modo come un altro per fermare le emozioni. Per dar loro corpo e sostanza. Per poterle ritrovare intatte dopo tanto tempo e vedere come sono cambiate. E se sono cambiate. Una sorta di monitoraggio dell’esistenza in divenire.

Tutti abbiamo vissuto momenti che sappiamo di non dover dimenticare. Punti di svolta. Lampi che hanno dato luce a un’idea, che ci hanno fatto piangere, capire, pensare, cambiare. Attimi di consapevolezza che hanno fatto la storia. La nostra. Preziosi tesori da conservare con cura.

Ne farò un libro, ho pensato tante volte. Ma poi li ho sempre lasciati là, nel cassetto della scrivania i miei scritti. Protetti. In attesa. Una sorta di incubazione.

Poi il momento è venuto. Quello che ti scuote dentro e non ti lascia spazio per decidere. Devi fare. Non puoi più sottrarti.

“Quattro giorni tre notti” il titolo. Un racconto. Vita vissuta. La mia.E’ così che è nato il mio romanzo. Il periodo di incubazione è finito all’improvviso con la violenza di un uragano. Il destino ha scritto la fine. La fine di quella storia. Ho raccolto tutti i miei appunti e li ho rimessi in ordine. Non potevo non farlo.

Ma a chi potrà interessare? Poi la decisione. Metto il mio scritto nelle mani di un paio di amici fidati. “Devi pubblicare. Non per te. Devi farlo per gli altri. Chi leggerà troverà se stesso. Nelle tue riflessioni c’è la vita. Quella di tutti noi.”

Allora prendo coraggio. Mi metto al computer. Sono una neofita e come tale incomincio. Google. Digito Editori. Trovo pagine e pagine. Mi sento disorientata ma ho deciso di andare avanti. Comincio a spulciare. Leggere per capire chi sono, cosa pubblicano, a cosa si interessano.

Un lavoro meticoloso lungo un intero anno. Il mondo dell’editoria è un mondo nuovo per me. Sconosciuto. Ermetico. Eseguo con precisione ciò che viene richiesto. Chi vuole l’opera per intero in formato cartaceo. Chi chiede il file. Chi le prime venti pagine. Chi l’incipit. Chi il riassunto. Chi vuole sapere chi sei, cosa fai, perchè vuoi pubblicare.

Ore e ore della mia vita sono state ingoiate dalla ricerca di una casa editrice che fosse interessata al mio libro. Da quelle più note, il nulla, né un segno di ricezione, né una risposta. Silenzio. Un silenzio che porta con sé un sottile quanto insidioso senso di smarrimento. Avranno ricevuto il materiale? Avranno letto? Non è piaciuto ciò che ho scritto? Domande, una sull’altra, rimaste senza risposte.

Dopo qualche mese sono arrivate alcune mail. Formali. Tipo copia/incolla La ringraziamo per la preferenza accordataci ma siamo spiacenti di comunicarle che la sua opera non rientra nelle nostre scelte editoriali. Punto. E arriva anche il momento in cui dici Vabbé, io ci ho provato e decidi di voltare pagina.

Poi, quando non te l’aspetti, apri la posta e nel giro di tre giorni arrivano tre proposte. Il cuore va a mille.

Li ricordo ancora quei momenti, l’emozione, l’agitazione, la felicità e la paura insieme.

Ho scelto Pendragon, l’editore che ha pubblicato il mio libro, per una questione di feeling. La sua mail non era formale come le altre, era vibrante. Ho avuto la certezza che Annalisa, l’addetta alla scrematura dei manoscritti in arrivo, il mio libro l’avesse letto davvero. L’avesse sentito. Apprezzato. E’ stato come un caldo abbraccio.

Poi c’è stato altro lavoro, non solo l’editing ma anche la scelta del titolo e della copertina.

Quando con il corriere mi sono arrivate a casa le prime copie del libro, ho aperto la scatola e, seduta sul pavimento, me le sono guardate e rigirate tra le mani per un’ora. Un’emozione fortissima!

E poi è iniziata un’altra fase: l’impegno per far circolare la notizia. Ho ceduto persino a Facebook e Twitter che fino ad allora non mi avevano adescata.

E poi è iniziata un’altra fase: l’impegno per far circolare la notizia. Ho ceduto persino a Facebook e Twitter che fino ad allora non mi avevano adescata.

La presentazione presso la libreria Feltrinelli di Trieste, la mia città, ha scatenato il tam tam. La sala era piena. Più di centoventi persone. Applausi. Autografi. Abbracci.

Un’avventura straordinaria.

E’ arrivata presto anche la soddisfazione di veder recensito il mio romanzo sui giornali. Poi sono partite le interviste nelle radio e nelle TV private. Poi la RAI. E il 20 settembre sarò a PordenoneLegge.

Ora il mio romanzo “Quattro giorni tre notti” si trova in tutte le librerie e nei siti on line e ricevo ogni giorno mail di ringraziamento per averlo scritto. E ogni volta mi commuovo.

A chi vuole iniziare posso solo dire che non è facile, che la strada è in salita ma che bisogna crederci, metterci passione, essere pazienti e accettare i momenti difficili. Se si raggiunge l’obiettivo sarà una grande soddisfazione ma se ciò non accade, continuare a credere che la vita offrirà ancora altre meravigliose occasioni per essere felici. Anche senza aver pubblicato un libro.

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