Nell’incidente sono morte 39 persone, di cui 36 sono morte sul colpo (tra cui anche l’autista) ed altre 3 in ospedale. A renderlo noto è la Polistrada, che fa sapere che il pullman ha fatto un volo di 25 metri, finendo in una scarpata. Secondo quanto riferiscono le Autostrade per l’Italia, in un comunicato ufficiale, poco dopo il casello di Avellino Ovest «Il pullman, in velocità nei pressi di un rallentamento di traffico – nonostante quest’ultimo fosse segnalato sia dai pannelli a messaggio variabile che dal personale sul posto – tamponava una serie di autovetture, finendo poi fuori strada in corrispondenza del viadotto Acqualonga».
I feriti sarebbero almeno 10, anche se la Polistrada ha ne ha riportati 14: il numero è dunque ancora incerto. E’ invece assodato che, molti di loro, si trovano ricoverati in gravi condizioni. Le persone ferite sono state smistate tra gli ospedali di Avellino, Napoli e Nola, mentre per le vittime è stata allestita una camera mortuaria presso la palestra di una scuola di Monteforte Irpino.
I bambini feriti sono 3, due maschi ed una femmina, di cui uno si trova ricoverato in condizioni particolarmente gravi: uno dei due bimbi è in rianimazione, l’altro si trova nel reparto di chirurgia d’urgenza. La bambina, invece, si trova nel reparto di neurochirurgia, dove nella notte è stata sottoposta ad intervento chirurgico.
Vincenzo Rusciano, zio di Annalisa, una delle persone rimaste ferite nell’incidente, ha spiegato: «Mia nipote mi ha raccontato che è scoppiata la gomma sinistra dell’autobus. L’autista ha cercato di tenere il controllo in tutti i modi ma non c’è riuscito e il bus è sbandato finendo giù nel dirupo». Annalisa è la madre di due dei bambini ricoverati ed a bordo del pullman si trovava anche il marito, anch’egli ricoverato. Quattro superstiti dunque, per la famiglia Rusciano, ma anche quattro vittime. Si tratta di due sorelle di Vincenzo Rusciano e di due cognate, che hanno perso la vita nell’incidente. Vincenzo ha spiegato di aver parlato con Annalisa «Solo pochi minuti. Aveva il volto tumefatto e non riusciva a parlare bene».
Nella serata di ieri, durante il riconoscimento delle vittime, molti dei parenti si sono sentiti male. Molte delle persone decedute sono state riconosciute dalla fede che portavano al dito o dagli abiti, per via dei volti tumefatti. Dalla camera ardente si possono udire urla strazianti. Molti dei soccorritori sono rimasti sotto shock, raccontando ai giornalisti che vi erano cadaveri ovunque e non è stato semplice riuscire ad estrarre i corpi dalle lamiere del mezzo.
Antonio De Stefano, sindaco di Monteforte ha dichiarato: «E’ uno strazio infinito, indescrivibile. Si sta procedendo al riconoscimento delle salme. La maggior parte delle vittime sono state identificate dai parenti arrivati già dalle prime ore dell’alba. Ma qualcuno è irriconoscibile e quindi ci vuole più tempo. E’ una situazione terribile. C’è gente che ha perso l’intera famiglia».
Il procuratore di Avellino si è recato sul posto, ma sembra che non abbia ancora aperto ufficialmente un fascicolo sull’incidente, anche se ha comunicato che le due ipotesi per le quali propende sono quelle di omicidio colposo plurimo o disastro colposo.
Si tratta della seconda strage di pellegrini avvenuta nell’arco di pochi giorni, la prima, quella di Santiago de Compostela, ha tolto la vita ad 80 persone.