La notizia è del 2007 [1]: contrariamente a quanto fin qui creduto, Tharros non conobbe il periodo di massimo splendore e orafa raffinatezza durante il dominio fenicio-punico-romanizzante. Bensí verosimilmente in epoca bizantina. Il ritrovamento di 4 matrici bronzee per modani da sbalzo, con i quali si fabbricavano in serie guarnizioni in lamina d´oro o d´argento, nel Sinis di Cabras parla chiaro e dice una sola parola: altomedievale.
La lettura dei simboli tracciati con la ben nota tecnica dei punti e virgola (kommaahnliche Striche und Punkte o piú concisamente Punkt-Komma Ornamentik), seppure sia maturata la convinzione che la tavoletta bronzea di Tzricotu A1 sia una copia recente, tratta verosimilmente dal calco di un originale antico, non puó che portare ad una sorprendente conclusione. Come ci dice il medievalista Paolo Benito Serra [1]: “La realizzazione accurata dell´ornato del manufatto suggerisce, peraltro, la presenza nel Sinis di un atelier urbano, forse statale, verosimilmente a Tharros, dotato di maestranze specializzate in tecniche orafe di estrema precisione, che realizzava e commercializzava insieme ai prodotti finiti anche matrici e modani da sbalzo per oggetti e gioielli, quali segni distintivi di rango e dello status sociale di appartenenza”. Il prof. Serra, con ardita manovra, capovolge la tavoletta, per portarla alla sagoma originaria, ma poi ne legge il contenuto iconografico partendo dal basso. Che bisogno c´era di capovolgerla allora? Nel suo ardimentoso tentativo di sconfessare una volta per tutte una precedente lettura, gli scappa perfino una parolaccia. Professore, non si dice “cuneiforme” parlando delle tavolette di Tzricotu, evvia, è vietato! Ma lo sa che lei è una bella sagoma originaria?[1]P.B. Serra, Su alcune matrici in bronzo di linguette altomedievali decorate a “punti e virgole” dalla Sardegna, in Orientis radiata fulgore, la Sardegna nel contesto storico e culturale bizantino, Atti del Convegno di Studi (Cagliari 2007) a cura di L. Casula, A. Corda, A. Piras, Cagliari Pontificia Facoltà di Teologia della Sardegna, 2008, pp. 313-351.