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Può un'azienda pubblica come l'Eni fare campagne pubblicitarie che istigano a delinquere? Che sono diseducative? Che cozzano contro il Codice Penale? Che umiliano gli sforzi dei Comuni per contrastare il vandalismo?

Creato il 19 novembre 2012 da Romafaschifo
Può un'azienda pubblica come l'Eni fare campagne pubblicitarie che istigano a delinquere? Che sono diseducative? Che cozzano contro il Codice Penale? Che umiliano gli sforzi dei Comuni per contrastare il vandalismo? Non ci sono davvero più parole. Solo parolacce. Perfino l'Eni utilizza un reato da Codice Penale (l'imbrattamento) per farsi pubblicità. Il colmo dei colmi. Mentre lo stato spende tantissime risorse ogni anno per contrastare gli abusi sui muri pubblici e privati, sempre lo stato (azionista di maggioranza di Eni) utilizza l'immagine di un individuo che scrive un murales per pubblicizzare un proprio prodotto.
La réclame è dovunque, visibile a tutti. Periodici, quotidiani, televisione con tanto di immagini in movimento. 

Si può utilizzare un reato -istigando a compierlo, implicitamente- per pubblicizzare un prodotto? L'articolo 639 del Codice Penale parla chiaro su questo reato. Per reclamizzare qualche altro prodotto vogliamo usare anche l'omicidio, la strage, la violenza sessuale o la pedofilia? E cosa ne pensa l'Eni dei milioni -sottratti purtroppo ad altri capitoli di spesa- che i Comuni italiani spendono ogni anno per ripulire le schifezze che personaggi come la protagonista dello spot vergano sui muri imbrattandoli?

Ci piacerebbe davvero in questo momento avere di fronte Marco Visconti, per esempio. L'assessore all'ambiente del Comune di Roma ha investito molto per ridurre questo fenomeno che a Roma era ed è dilagante. Il fenomeno si è attenuato molto, ma molto ancora c'è da fare e una delle strategie principali passa per l'educazione. Tutti sforzi vanificati se poi i ragazzi vedono in tv una pubblicità che istiga a delinquere da parte di una azienda pubblica, autorevole, della più grande società italiana! In qualsiasi paese sarebbe uno scandalo e la pubblicità verrebbe ritirata subito. Da noi cosa si aspetta? E soprattutto complimenti all'Eni per come spende i propri soldi in comunicazione. Per le società creative che incarica. Per il messaggio che finisce per lanciare alla popolazione. Oltre a Marco Visconti (ma la cosa vale anche per Milano, per Torino, per Bologna tutte città che si stanno facendo in quattro per far scomparire questo fenomeno terribile e pericoloso), ci piacerebbe tanto sapere il parere di Enrico Mattei, ma è abbastanza intuibile...

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