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Pure i cliclisti urbani mollano Ignazio Marino. Con la differenza che loro, almeno, hanno ragione da vendere

Creato il 27 giugno 2015 da Romafaschifo
Pure i cliclisti urbani mollano Ignazio Marino. Con la differenza che loro, almeno, hanno ragione da vendereLo abbiamo sempre detto: dell'eccellente successo che il sindaco ha avuto nel 2013 una buona parte, ne siamo certi e convinti, è da ascrivere al suo mood ciclistico. La bicicletta, ormai a livello mondiale, è considerata come uno degli elementi attorno al quale progettare la città smart e la città moderna. Non c'è, paradossalmente, mezzo di trasporto più intelligente per gli spostamenti urbani. Se ne sono accorte le più grandi e avanzate città mondiali, da Londra a Parigi, da New York a Milano a Barcellona. Solo Roma, senza nessun reale motivo (tutti i motivi che individuano Roma come città "non adatta alle bici", sono smontabili anche da un bambino distratto: Roma al contrario può essere con pochi provvedimenti una città ottimale per la mobilità ciclabile), è rimasta indietro. Vedere un sindaco motivato a colmare questo gap con il resto del mondo ha giovato enormemente, a livello elettorale, a Marino. Peccato che quel gap sia rimasto tale (anzi sia aumentato), che nessuno appaia intenzionato a colmarlo nel breve e nel medio periodo, che si mettano in campo - per metterci una pezza - progetti patetici, risibili, distraenti e dunque altamente dannosi come il Grab. Nel frattempo manco un uffici bici in seno all'amministrazione si è provato a costituire.A fronte questo quadro, giustamente, le associazioni di ciclisti urbani si incaxxano come bisce. E fanno molto, ma molto bene. Questo è il loro comunicato stampa di ieri: rottura dei rapporti con l'amministrazione. Alla faccia del sindaco ciclista: una delusione enorme proprio provocata in chi, più di ogni altro, aveva creduto su questo sindaco. E nessuno risponde alle richiesta di questa nicchia di cittadini.Tanti attacchi contro il sindaco sono in cattiva fede e strumentali come abbiamo ripetuto più volte. Questo attacco, invece, è ben centrato. Il sindaco, la sua giunta e la sua amministrazione sulla ciclabilità è semplicemente indifendibile. Ci risentiamo al prossimo ciclista morto ammazzato a causa delle priorità folli di questa amministrazione.COMUNICATO STAMPAIl Coordinamento Roma ciclabile aveva scommesso sul sindaco Marino per rendere Roma ciclabile. Purtroppo i fatti ci stanno smentendo. E non per carenza di risorse. Ma per incapacità o non volontà di chi avrebbe il compito di realizzare le cose previste nel programma stesso del sindaco. E il sindaco Marino purtroppo non vede o non intende intervenire. Due cose aveva promesso qualche mese fa, per tentare di superare i primi due anni di inattività: un vero ufficio biciclette e una cabina di regia, perché molte delle cose che servono sono di competenza di diversi dipartimenti, Proposte organizzative, adottate da tutte le città evolute, che non richiedono risorse finanziarie. Nessuna delle due cose è stata fatta.
Abbiamo messo a disposizione dell’amministrazione la nostra esperienza di associazioni, senza contropartite. Ma la nostra partecipazione in realtà si è tradotta finora in molta comunicazione istituzionale, scarso ascolto e pochissime occasioni di confronto. Le decisioni vengono prese altrove.
Il risultato è che Roma finora è ferma.
Non abbiamo più fiducia in questa amministrazione, per quanto riguarda il suo impegno a favore della ciclabilità urbana. Non ha dato prova di credibilità e per questo motivo, a meno che non cambi radicalmente e rapidamente, ci dichiariamo fuori da qualsiasi rapporto nei suoi confronti.
In appendice, ricordiamo i fatti. Delle bikelanes programmate, che si disegnano con la vernice sull’asfalto, con opere minime quindi, finora ci sono soltanto 700 metri su via Portuense, eredità di programmi della passata giunta. Marino ne aveva promesso molti km, nei primi 100 giorni da Sindaco. Le rastrelliere per le bici nelle scuole non ci sono ancora. Quelle che vediamo in giro sono quasi sempre per iniziativa di volontari o di operatori privati intelligenti. I nuovi programmi, ad esempio per il Giubileo, lasciano immaginare opere che non servono ai romani ma ai turisti, ottimo obiettivo se i romani, che vanno in bicicletta nonostante tutto, fossero già protetti.
Si potrebbero fare ancora molti esempi concreti. Per il tunnel di S. Bibiana è stato elaborato un progetto che, per dare spazio alle bici, toglie spazio ai pedoni più che alle auto. E comunque non è ancora realizzato. Il bikesharing è ancora fermo. La ciclabile Nomentana, progetto ormai di molti anni fa, è finanziata solo a metà e intanto è decaduto il finanziamento previsto dalla regione Lazio per il prolungamento della ciclabile del Tevere verso Fiumicino. Nella manutenzione straordinaria delle strade, dove è obbligo di prevedere almeno una corsia ciclabile, si continua a fare finta di niente. I lavori per la Tiburtina sono quasi finiti e niente per le bici. Quelli di viale XXI aprile sono finiti e niente per le bici. La lista si potrebbe di molto allungare. Anche la consulta dei cittadini sulla sicurezza stradale è ferma da cinque mesi.
L’intero Piano Quadro della Ciclabilità, approvato nel 2012 dall’Assemblea Capitolina, pure ripreso e solennemente confermato dal Piano Generale del Traffico di recente approvazione, giace dimenticato (non da noi!) nei cassetti…
COORDINAMENTO ROMA CICLABILE

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