Occorre capire che la storia non è finita nel 1989, essa è nuovamente in marcia dopo la sbornia monopolare statunitense, seguita al crollo dell’Unione Sovietica, che aveva ingannevolmente promesso di portare gli stati all’interno di un governo mondiale pacificato, al di là delle divisioni ideologiche (la globalizzazione era,appunto, il raddoppiamento idealistico dietro il quale agivano i vincitori statunitensi divenuti predominanti) . Come indica La Grassa, quando una situazione di equilibrio (apparente) s’infrange cadono tutte le illusioni che lo hanno sorretto e “si mettono quindi in moto forze contrastanti, che spingono ogni soggetto ad adottare misure per accentuare la propria prevalenza o per recuperare le posizioni perdute…In campo sociale, l’equilibrio (sempre apparente e celante le spinte e vibrazioni squilibranti) è generalmente favorito dalla vittoria di un gruppo di decisori – che non è affatto detto debba essere stato in origine un gruppo dominante, anzi può avere rovesciato quest’ultimo – alla fine di un periodo di forte accentuazione delle suddette spinte, periodo che indico come policentrico, quale fu ad esempio l’epoca detta dell’imperialismo (in quanto conflitto tra quegli agenti definiti potenze). In ogni caso, solo la vittoria di un gruppo di decisori nella lotta per la supremazia tende a stabilire il presunto equilibrio; per il semplice motivo che le varie forze squilibranti si dispongono secondo una serie di spinte integrantisi reciprocamente.”
Questo è il panorama caotico dei nostri giorni, in assenza di un centro regolatore abbastanza forte da imporre a tutti la sua preminenza. Non è una lotta tra bene e male, è, invece, un fatto di conflittualità geopolitica concreta che non verrà risolta con i buoni sentimenti ma con uno scontro agguerrito, prima più blando poi più profondo, tra portatori soggettivi collettivi (nazioni ed aree) di queste inarrestabili dinamiche oggettive. In tale situazione di riconfigurazione dei rapporti di forza mondiali, se si resta privi visione strategica si finisce stritolati dagli eventi. E’ quello che sta accadendo alla nostra Europa conservativa, succube degli Usa ed ancorata ad un mondo in via di sparizione.
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