Puttane per hobby? Ruffiani e leccapiedi

Creato il 16 gennaio 2012 da Enniorega

Ennio Rega il cantore dei perdenti di talento. “Arrivederci Italia” un album da ascoltare e meditare

Jazzista? Non è così semplice come sembra. Ennio Rega, ecco il nome del nostro, per descriverlo i critici che sanno il fatto loro scomodano De Andrè… E poi Piero Ciampi. La sua vita non è da tutti: l’infanzia in carcere ma al seguito del padre unico guardiano – secondino dell’allora carcere di Roccadaspide, i galeotti come baby sitter, la partecipazione agli scontri di Valle Giulia, nel 68 romano, quando di anni ne aveva quattordici. Pochi anni fa, all’apice del successo professionale, da architetto di grido, ha chiuso lo studio per fare il cantautore a tempo pieno. C’è un personale conflitto d’interesse in questa recensione. Siamo nati entrambi alla fine di febbraio…e può passare, ma tra i brani che Rega ha scritto ed esegue c’è “Oreste è solo”. E’ ispirato direttamente alla mia vita di giornalista “di prossimità”, uno che “che non è mai stato dalla parte dei preti e delle puttane per hobby”. Licenza poetica dell’artista. Insieme con quelle di un pittore e di un pianista, vuole raccontare certe condizioni umane di questi tempi. Di noi perdenti di talento che tanto affascinano l’artista originario tra Roccadaspide e Castel San Lorenzo. “Arrivederci Italia” è il suo ultimo album. Ai suoi compaesani farà piacere sapere che al centro c’è “La BALLATA DELLA VIA LARGA”, dolce e poetica ma anche rabbiosa e provocatoria, una lirica intensa che si scaglia contro il conformismo oscuro e demenziale di un’Italia che vuole condannare all’oblio il sogno e la poesia: “I figli della via larga sono felici perché amati ma la via larga non ha figli del niente non ci si meravigli…” Ennio Rega aveva già cantato questa salita del suo paese nativo nel brano LUCCIOLE, primo album del 1994 presentato al Premio Tenco. (Oreste Mottola)


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