Ecco...la società civile cala i suoi assi.
Da piccolo, quando quelle rare volte mio padre mi portava allo stadio, il massimo dell'insulto che volava tra gli spalti - rigorosamente distinti, mio padre ai popolari manco ci pensava di andare... - era 'albitro cornuto', con la elle, perché quando ero piccolo pensavo si dicesse così.
E mio padre mi guardava tra il complice e l'imbarazzato, fino al giorno in cui gli chiesi che cosa significava col(r)nuto e lui, tra sottili sofismi e saltabecchi filologici ha cercato di farmelo sapere.
Comunque il mondo era più ipocrita ma più educato, non c'è dubbio.
E c'erano i partiti, c'erano le contrapposizioni ideologiche che rasentavano la guerra atomica mondiale, ma c'era più , anche tirandosi coltelli e scomuniche, maggiore rispetto per l'altro e una educazione maggiore.
Oggi invece, siccome ci dobbiamo liberare dell'oppressione dei politici cattivi e corrotti, abbiamo la società civile, anzi civilissima, che ogni volta che cala con tutta la sua voglia di 'cambiamento' è peggio di quello che trova.
Insulti da bar, litigi da ranch texano, risse verbali e non come nelle strade più malfamate di una qualsiasi metropoli del pianeta, discussioni volgari, gesti insopportabili, falsità palesi e reiterate.
Questa è la società civile che abbiamo di fronte agli occhi oggi.
E quando la società civile, tanto arrabbiata e turlupinata, viene criticata ecco che volano ulteriori strali, insulti, fino a definire tutti troll pagati dalla casta cattiva.
Poveri voi italiani.
Meno male che stamattina ho ritirato il mio nuovo passaporto del libero stato di Bananas.
Arrivederci a todos.