Puzzle

Da Hombre @LaLineadHombre
Cosa c'è che non va in me? Come sono finita in un'esistenza rinsecchita, rosicata dal tarlo del rimpianto? Cosa avrei dovuto o potuto fare che invece non ho voluto o osato fare per completare il puzzle della mia vita.
Cosa mi ha impedito di procreare in 40 anni di onorata vita di femmina? Cosa non ha permesso alle mie cellule di trasmigrare in un altro essere vivente, così come la natura aveva deliberato nel suo disegno arcano e semplice?
Ho perduto il conto delle volte che, come una cretina, sono corsa in bagno al mattino, con un ritardo di due giorni o forse di due ore, a far pipì su quelle benedette asticelle.
Dove seminerò i miei ovuli senza futuro? In quale arido terreno mi farò seppellire?
Chi mi porterà un fiore?
Questi sono i pensieri che accompagnano ogni mio respiro.
Così ho deciso di avere un figlio mio, ad ogni costo.
In biblioteca arriva Diego, restituisce la solita dozzina di libri da bambini e ne prende di nuovi. Diego, carino proprio no, anche un po’ goffo, con tre figli loro sì carini, Diego che mi ha sempre filato un po’.
- Lara, è l’ultima volta che prendo i libri. Sabato li riporto e poi parto per Barcellona.
- Barcellona? Davvero? Solo?
- No, andiamo tutti. Per via del mio lavoro - e fa un gesto con la mano a simulare un volo aereo.
- Allora salutiamoci, andiamo a mangiare una pizza o a bere qualcosa? – e lui ha già capito.
E ho capito anch’io. Non ci vuole un indovino per immaginarsi il film che Diego sta sceneggiando nella sua testolina di maschio.
- Magari – farfuglia sorpreso.
Ci scambiamo i numeri di telefono e sento lo scatto soffice di una tessera che s’incastra alla parte del puzzle già assemblata sul tavolo della mia vita.
Lo guardo uscire, non mi piace, ma non ho ripensamenti, niente paranoie da quindicenne. È lui lo stallone predestinato.
E non venite a parlarmi di questione morale. Ormai sto a un livello di bassezza tale che, scendere un altro gradino, equivarrebbe a finire in un parco e rapire un neonato da una carrozzina.
Va che mi telefona e fissiamo. Se solo mi piacesse un po’. Ma non mi deve piacere, non mi deve sposare e non mi deve coprire di fiori. Non mi deve pagare la cena e non mi deve nemmeno scopare bene. Dieci minuti di sesso. Chiudo gli occhi, mi concentro sulla semina e il raccolto mi ripagherà di tutto.
È Diego l’eletto. Ha famiglia, non mi cercherà più. E sarà in Catalogna prima che la mia pipì sgoccioli sull'asticella magica.
Usciamo. La cena e le chiacchiere della serata non rendono l’affaire più gradevole. Due ore in cui si parla solo di a) calcio e b) famiglia, la sua. Se non fosse per una giusta causa mi sarei alzata dopo l’aperitivo. Devo distrarmi, non pensare, distogliere lo sguardo da quelle mani sudaticce e non immaginarle su di me. Devo voltarmi lato muro, fingendo di ravviare i capelli, quando lui s’avvicina e sento il fiato carico. L’euforia per il piano di maternità mi ha portato a glissare sui dettagli estetico-culturali di Diego, di questo mi rendo conto, nonostante stia cercando di perdere i sensi ammazzandomi col vino.
Domattina, però, tutto sarà compiuto e apprezzerò le cose per quello che sono davvero.
Già per le scale, salendo da me, comincia a infastidirmi con dita, mani e lingue. Aprire la porta e farlo entrare è il momento più duro, sono costretta a prendere un'altra volta la decisione.
Un minuto e siamo in camera. Due minuti e siamo nudi. Tre minuti e le coccole sono finite. Quattro minuti e la sua faccia oltre la mia spalla sfiata sul cuscino. Cinque minuti e mani e lingue. Sei minuti e dal respiro capisco che non manca molto al traguardo.
- Diegooo – affondo la stoccata – vai tranquillo, prendo la pillola.
Non è corretto lo so, ma non deve esserlo.
Rantoli ritmati, urla strozzate e spinte rapide. Finisce così, con un’altra tessera che vado fiduciosa a incastrare, proprio là, in mezzo al puzzle.
Lui si schioda da sopra sbuffando, e si lascia andare di schianto di fianco a me.
- Fantastico Lara, è un sogno – dice sfiorandomi una coscia - e non ci sono problemi, davvero... mi sono fatto la vasectomia due anni fa. Dopo tre figli...
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Il testo partecipa all'EDS InterSex come anche :
All'ombra dell'ultimo sole by Melusina (Poco mossi gli altri mari)