- Federica: “Gli ETF funzionano come le azioni? Guadagno e perdo solo in base alla variazione del mercato?”
- Gadolina: “Un portafoglio di investimento di un piccolo risparmiatore (50.000 €), in che percentuale deve contenere azioni, obbligazioni e altro?”
Ringraziando Federica e Gadolina per le domande e per l’attenzione che pongono al mio blog, devo ammettere che sono stato inizialmente tentato di “liquidare” le due domande rispondendo personalmente e chiedendo chiarimenti in merito o precisando che, così poste, sono due domande alle quali è difficile dare una risposta completa e esaustiva.
Poi però, ripensandoci, ho invece deciso di pubblicarle assieme sul blog in quanto abbastanza rappresentative dell’esigenza principale che accomuna il 99% delle persone che hanno qualche risparmio da parte ma non sanno da che parte iniziare per investirlo al meglio o che si perdono nella marea di informazioni, spesso confuse e contraddittorie, che si possono trovare sul web o tramite altre fonti.
Ebbene, l’esigenza principale è questa: CHIAREZZA DI IDEE sui PROPRI OBIETTIVI e sulle REGOLE del GIOCO del mondo finanziario (inclusi caratteristiche, vantaggi e svantaggi dei vari veicoli di investimento quali azioni, obbligazioni, fondi comuni, ETF, investimenti assicurativi etc.)
Partendo dalle risorse che posso mettere a disposizione sin da subito e gratuitamente, consiglio innanzi tutto la visione del mio VIDEO-TRAINING INTRODUTTIVO GRATUITO che, senza avere la pretesa di esaurire l’argomento, tuttavia introduce egregiamente gli argomenti che verranno poi trattati nel seminario “INVESTIRE IN AZIONI E ETF (POSITION TRADING)” la cui prossima edizione si terrà a Reggio Emilia sabato 26 febbraio 2011.
Andando nel dettaglio di quanto chiesto invece va detto che gli ETF hanno alcune caratteristiche simili alle azioni (essenzialmente la meccanica operativa) ma per altri versi ne divergono abbastanza essendo titoli rappresentativi non di un singolo business che ovviamente non solo può aumentare o perdere di valore ma anche fallire bensì di un “paniere di titoli” che può essere di natura azionaria o obbligazionaria.
In questo senso gli ETF forniscono un’immediata diversificazione del proprio investimento indipendentemente dalla somma investita ed una maggiore “tutela” nei confronti della volatilità rispetto alle singole azioni anche se comunque legata all’andamento del mercato se parliamo di ETF azionari. Gli ETF possono inoltre fornire anche rendimenti aggiuntivi in quanto alcuni di essi “staccano” e distribuiscono i dividendi tanto quanto le azioni.
Non so se ho risposto alla tua domanda Federica, eventualmente riscrivimi o LASCIA UN COMMENTO precisando meglio la natura del tuo quesito.
Venendo alla domanda di Gadolina invece, va detto che la diversificazione di un portafoglio non dipende tanto dalla
Parliamo di tutti questi argomenti durante il corso INTELLIGENZA FINANZIARIA (prossima edizione 25/26 marzo a Reggio Emilia) che, avendo un programma più ampio rispetto a IIA-ETF, spazia anche su concetti e contenuti finanziari di carattere più generale quali per l’appunto l’asset allocation, la tolleranza al rischio, la gestione e l’ottimizzazione del proprio cash flow etc.
Come considerazione di carattere generale posso dirti che la componente obbligazionaria di un portafoglio ha caratteristiche più “difensive” (basso rischio – basso rendimento) mentre quella azionaria ragiona in senso inverso per cui la logica da seguire è che ad età più giovane, maggiore propensione e tolleranza al rischio con obiettivi di medio/lungo termine si privilegia la percentuale azionaria del portafoglio e viceversa.
Tutto però è molto relativo perchè ad esempio l’equazione “azioni=resa alta ma anche rischio alto” personalmente la condivido poco in quanto parte dal concetto che chi compra azioni o ETF o fondi azionari li debba poi lasciare lì immobili nel “cassetto” senza curarsene e senza comprenderne la natura e come ottimizzarne l’utilizzo.
A livello personale ad esempio investo quasi solo in azioni ed ETF azionari perchè, con la mia oretta di tempo a settimana di impegno e un minimo di competenza che riesco a mettere in campo riesco tranquillamente a gestire e controllare i rischi ed ottenere ritorni almeno in linea con quel 10-15% medio annuo che è quanto prometto agli allievi dei miei corsi.
Se quindi pensi che un 10% annuo sui 50.000 € di cui stiamo parlando fa già un ritorno sui primi 12 mesi pari o superiore a 5.000 €, comprendi come la prima decisione da prendere sia quella di … investire sulla tua competenza e formazione!
Poche centinaia di euro di investimento una tantum (in formula “soddisfatto o rimborsato”) contro ritorni da svariate migliaia di euro annui per molti anni a partire da oggi mi sembrano una decisione facile da prendere e comprendere … o no?
Un caro saluto e un invito a tutti i lettori a continuare a scrivermi le vostre domande.
Roberto Pesce
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