Qualche buona notizia

Creato il 22 dicembre 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

Usciamo per un po’ dal nostro cantuccio per andare a vedere quali sono state, secondo Amnesty International, le cinque migliori notizie riguardanti i diritti umani nel 2011.

Il 14 febbraio, dopo una battaglia legale lunga 18 anni, un tribunale ecuadoregno ha condannato la Chevron a pagare una multa di otto miliardi e mezzo di euro  per la distruzione della foresta amazzonica di Sucumbìos e per i danni alla salute della popolazione. Tre il 1964 e il 1990 la Texaco, acquisita successivamente da Chevron, ha versato nei fiumi 68 miliardi di litri di rifiuti tossici e rilasciato nell’ambiente 64 milioni di litri di greggio a causa di malfunzionamenti degli oleodotti.

Il 26 maggio è stato arrestato a Lazarevo, 80 km a Nord-Est di Belgrado, verso il confine rumeno, il generale Ratko Mladic, il boia di Sarajevo, accusato di crimini contro l’umanità e genocidio. Si nascondeva in una fattoria più volte perquisita nei sedici anni di clandestinità. Nel luglio del 1995 è stato il principale autore del massacro di Srebenica dove hanno trovato la morte 8 mila musulmani bosniaci. 

Il 12 ottobre in Birmania, il governo civile eletto in marzo dopo anni di dittatura militare, ha liberato 200 prigionieri politici con un’amnistia. Tra questi l’attore satirico Zarganar condannato per aver criticato la giunta e la sindacalista Su Su Nway che nel 2007 aveva esposto uno striscione antigovernativo. Rimangono tuttavia ancora 1.800 prigionieri politici nelle patrie galere.

L’Argentina brilla nella graduatoria. Trova giustizia la tragedia dei desaparecidos: 12 dei 17 militari accusati di 85 delitti commessi nella scuola militare dell’Esma, il più grande centro di detenzione clandestina di Buenos Aires, sono stati condannati. Tra di loro anche Alfredo Astiz, l’angelo della morte. Condannato all’ergastolo anche Eduardo Caballinas per aver diretto nel 1976 il centro Automores Orletti dove venivano torturati prigionieri di altri Paesi sudamericani. Condannati per vari crimini durante la dittatura l’ex presidente Reynaldo Bignone e otto ex militari che parteciparono alla fucilazione di 15 prigionieri nella località di Margarita Belén.

Il 7 dicembre la Procura distrettuale di Philadelphia ha rinunciato definitivamente a presentare ricorso per ottenere l’esecuzione di Mumia Abu-Jamal, giornalista e attivista condannato per aver ucciso il 9 dicembre del 1981 l’agente di polizia Daniel Faulkner e diventato simbolo della battaglia contro la pena di morte. Condannato alla pena capitale nel 1982, Mumia si è sempre dichiarato innocente sostenendo che la sentenza fosse un’ingiustizia razzista che mirava a colpire la comunità afroamericana della città dell’amore fraterno. Rimarrà comunque in carcere per tutta la vita.

Le battaglie per il rispetto dei diritti umani in tutto il mondo sono ancora tante e ardue, ma quanto meno si possono trovare dei motivi per sorridere e per continuare a lottare.

Fonte: Corriere


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