Qualche delirio in un pomeriggio solitario prima della Vigilia di Natale.

Creato il 24 dicembre 2011 da Stregonestregato @ppstronzi

Tutto così strano. Questo Natale è strano. Quasi inesistente, assurdo, malinconico. Anzi, no. Triste.

Milano è addobbata tristemente con misere lucine che manco tutti i negozi hanno esposto; Il periodo pre-natalizio per me è stato pari a zero, anche perché niente albero di Natale. La crisi economica si avverte forte e intensa: quasi tutti i miei amici tirano a campare, sono sottopagati e si ammazzano di lavoro; altri non lo trovano proprio il lavoro. Alcuni poi, come Babydoll, sono un vero spreco lavorativo. Menti come la sua non dovrebbero mai rimanere a casa a pensare di non essere bravi.

Attorno a me tutti si stanno lasciando o sono in crisi. Vedo e sento tante lacrime e molto dolore, a causa di abbandoni trascinati e non. Questo mi conduce sempre a una serie di riflessioni amare sulla vita, sulla solitudine e sull’idiozia e inevitabilità di sprecare una buona persona per un pugno di mosche.

Riflessioni sulla tristezza della fine di un sentimento. L’amore che provo per Blugino è più vivo e forte che mai, come una fiammella tra le mani cerco di ripararlo dai freddi fiocchi di neve che cadono dall’alto, sperando che si preservi così fino alla fine dei miei giorni. Mi spaventa.

E poi il lavoro. Le mie ferie sono cominciate col piede storto: non ho avuto nemmeno il tempo di riabbracciare i miei genitori dopo mesi che son dovuto subito scappare nella mia vecchia cameretta ad aprire il computer e lavorare come un forsennato ininterrottamente per due giorni. Per meno di 1.000 euro al mese, ho sacrificato una rara giornata preziosa da trascorrere coi miei cari, stressandomi oltre l’inimmaginabile.

E poi questo fottuto presentimento. Da una settimana qualsiasi forma di gioia sembra morire sul nascere poiché è come se sentissi un groppone sullo stomaco. Avverto come se succedere qualcosa di ancora più triste dopo questo Natale. Sarà che vengo da un periodo non proprio facile, ma non riesco a fare a meno di pensarci. Avverto questa cazzutissima vocina che mi dice: goditi questi momenti, perché fra poco starai pure peggio.

Non faccio mai bilanci in questo periodo dell’anno: amo solo sentirmi al sicuro, rannicchiato come un bambino sotto l’albero di Natale, a pensare che tutti stiano bene, che la mia famiglia è ancora tutta qui ad amarmi a sostenermi e che all’interno della mia casa nulla possa farmi del male. Stupida illusione, destinata a cadere nei prossimi anni. Forse la mia è solo paura che questo tempo possa venire prima del previsto.


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