Diciamoci la verità, quando si hanno figli si guarda in modo diverso anche il futuro. Il futuro ha una dimensione strana, quando se ne acquista consapevolezza e si hanno gli strumenti per agire già ci appartiene meno. E’ dei nostri figli ma loro sono troppo piccoli e dobbiamo lottare noi a loro fianco. E’ una staffetta continua. Non si può pensare al futuro dei bambini senza agire sul presente delle famiglie. E’ il terreno nel quale è caduto il seme, dove si svilupperà e metterà le prime radici fondamentali per il suo sviluppo. Sento tante storie provenienti dalla scuola di disagio. Di bambini con situazioni molto difficili che crescono già con fardelli da portare con sé che inevitabilmente piegheranno le loro fragili schiene. E l’altra metà del cielo per i bambini, oltre alla famiglia, è la scuola. Quella scuola che dovrebbe servire per la crescita dei nostri figli in un reciproco supporto con la famiglia. Al contrario, vedo che sono proprio questi ambiti i più dimenticati dalla politica. Mancano idee. Non c’è la voglia di immaginare un futuro diverso da quello verso il quale ci porterà questo presente scadente.
In questo ambito ho le idee molto chiare che mi sono costruito in tutti questi anni di esperienze concrete e qualche lettura. La risposta è la “mobilità sociale”, ovvero che tutti i bambini riescano ad avere le possibilità di realizzare quello che desiderano, sulla base dei loro talenti e capacità, indipendentemente da dove provengano. Dobbiamo lavorare per questo. Basta leggere le statistiche sul rapporto tra lavoro dei genitori e dei figli e sul rapporto tra livello di istruzione dei genitori e dei figli per vedere quanto ci sia ancora da fare.
La Campagna “RICORDIAMOCI DELL’INFANZIA” di Save the Children per chiedere al Governo di intervenire subito. Vai al sito http://www.ricordiamocidellinfanzia.it/Leggi il dossier http://images.savethechildren.it/f/download/ricordiamocidellinfanzia/20/2012_dossier.pdf