“Quale metà del cielo? Visioni tra forza e sensibilità”, mostra di Elisabetta Sgobbi, sino al 25 gennaio 2015, Padova

Creato il 31 dicembre 2014 da Alessiamocci

Ho visitato la personale di Elisabetta Sgobbi, artista nata a Padova e laureata in architettura a Venezia.

L’impressione che ho avuto è stata di assistere a qualcosa di totalmente diverso dalle solite mostre di pittura, poiché in questi quadri sono riuniti i molteplici interessi coltivati dall’autrice, fra i quali il restauro di oggetti di recupero, l’illustrazione, fino a giungere alla creazione di veri e propri manufatti tessili.

Organizzata dall’Assessorato Cultura e Turismo del Comune di Padova, la mostra è stata inaugurata giovedì 18 dicembre 2014, in Galleria la Rinascente, e rimarrà aperta al pubblico fino al 25 gennaio 2015.

L’esposizione fa parte di una di quelle Mostre Premio, assegnate all’interno della rosa degli artisti partecipanti alla scorsa edizione della Biennale Internazionale RicCAA. Quest’ultima consiste in una Esposizione Biennale Internazionale di Arte Contemporanea e Design sul tema della sostenibilità ambientale, che si tiene a Padova dal 2008, nata da un’idea della curatrice Marisa Merlin. Essa coinvolge Artisti e Designers italiani e stranieri che si esprimono attorno al tema dell’ambiente, in quelle che possono essere tutte le sue declinazioni.

Quale metà del cielo? Visioni tra forza e sensibilità”, questo il titolo della mostra, si propone di indagare “l’ambiente femminile” attraverso quella spiccata componente delicata e, se vogliamo, romantica con cui il gentil sesso sempre si esprime nei suoi manufatti, unendola però ad una forza, primordiale e misteriosa, che le donne sanno tirare fuori al momento del bisogno.

Nei momenti critici della vita, infatti, la donna si avvale di risorse inaspettate, che le permettono di fronteggiare la situazione, senza tuttavia nascondere la propria sofferenza nell’affrontare gli ostacoli, bensì sottolineandola con ironia, in maniera quasi provocatoria.

Ecco quindi che una domanda cruciale ci riporta al titolo: le donne sono considerate “l’altra metà del cielo”, ma a quale cielo si allude? Un cielo che forse le comprende, ma non le definisce; le donne sono “altro”, ma altro rispetto a che cosa?

È proprio questo concetto di “relatività” che sconfina nella filosofia, ad attirare l’attenzione del visitatore. Tutto è relativo, è aperto a varie possibilità, se non vengono fissati di volta in volta i termini di paragone.

Ognuno di noi possiede in sé caratteristiche che si pongono come contrastanti. L’essere umano è, al tempo stesso, forte e sensibile; ragione e sentimento; scontro e meditazione, dipende dal momento. Più che maschile o femminile, in sé, è un insieme di opposti che trovano un loro equilibrio e si ricongiungono in un’unità.

I quadri in esposizione sono legati gli uni agli altri, diventano “racconto” e sottolineano una vera e propria ricerca. Confluiscono in una presa di coscienza e nel costruirsi di un’identità  che, seppur con sofferenza, riesce  ad andare oltre. È una sensibilità che sa scorgere quel cielo infinito che tutto avvolge.

Elisabetta Sgobbi ha unito alla pittura la sua passione per l’assemblaggio e la ricerca dei materiali più differenti. Vetro, stoffe, pizzi, carta di giornale: la sua tecnica esprime un sentire profondo, legato all’universo femminile e ad una profonda introspezione.

Interessante per tutti i padovani, ma anche per chi viene da fuori, la conclusione della mostra. Giovedì 15 gennaio 2015, infatti, è previsto nello spazio espositivo un reading di poesia con accompagnamento musicale.

Emanuela Nicolini leggerà alcuni brani scritti appositamente per l’evento e altri di poetesse conosciute, da Sylvia Plath a Patrizia Valduga. Le letture saranno accompagnate da musica originale, insieme ad alcune cover di brani famosi, da Christina Aguilera a Elisa, con Alessandro Nalesso alla chitarra e voce di Tiziana Guerra.

Alle ore 18, quindi, l’appuntamento è all’ultimo piano dei magazzini la Rinascente, in Piazza Garibaldi. Mi raccomando, non mancate.

Written and photo by Cristina Biolcati


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