Quale Odissea conosci?

Creato il 23 agosto 2011 da Maremagazine
È risaputo che la nostra libreria, già dalla sua nascita, sia diventata un punto di riferimento unico, un “approdo” per tutti coloro che hanno avuto la necessità di approfondire una ricerca a tema mare oltre che per acquistare semplicemente un libro o una  carta nautica. Subacquei di tutti i generi, archeologi, biologi, scrittori, giornalisti, un elenco lunghissimo di nomi eccellenti, la vera “cultura del mare”, che Giulia sta organizzando pescandoli nella sua memoria. Ad oggi l’elenco conta più di un migliaio di nomi e non più di un mese fa abbiamo ricevuto questa mail così che il suo autore di diritto è entrato a far parte del nostro guest book!: 

Felice Vinci

Gentili Signori della Libreria Il Mare,
come vi dicevo poco fa, le vostre carte già molti anni fa mi sono state preziose per costruire la teoria che ho esposto nel libro "Omero nel Baltico. Le origini nordiche  dell’Odissea e dell’Iliade”… Un cordiale saluto, Felice Vinci

 La prima volta Vinci venne per chiedere una carta delle isole Faroer e in particolare chiese una mappa dettagliata del monte Hogoyggj. Per nulla spaventati da una richiesta così particolare ci siamo subito attivati per esaudire il desiderio di “questo strano” ricercatore, così lo definimmo d’acchitto, autore di un libro provocatorio così come ammette lui stesso : “Non posso essere certo che la mia ipotesi sia vera.  Ma esiste un complesso di prove che giustificano l’avvio di ricerche archeologiche sui siti individuati da questa teoria alternativa. 
Se queste dessero risultati positivi, si aprirebbero nuovi orizzonti, di ampiezza significativa per quanto riguarda non soltanto le indagini sulla protostoria ma, addirittura, le origini e gli sviluppi di tutta la civiltà europea”.
Ecco, in estrema sintesi, la tesi proposta in “Omero  nel Baltico”, 
Il reale scenario dell’Iliade e dell’Odissea è identificabile non nel mar Mediterraneo, dove dà adito ad innumerevoli incongruenze (un clima sistematicamente freddo e perturbato, battaglie che proseguono durante la notte, eroi biondi intabarrati in pesanti mantelli di lana, fiumi che invertono il loro corso, il Peloponneso pianeggiante, isole e  popoli introvabili...), ma nell’Europa settentrionale. 
Le saghe che hanno dato origine ai poemi omerici provengono dal Baltico e dalla Scandinavia, dove nel II millennio a. C. fioriva una splendida età del bronzo e dove sono tuttora  identificabili molti luoghi omerici, fra cui Troia e Itaca; le portarono in Grecia, in seguito al tracollo dell’optimum climatico post-glaciale, i grandi navigatori  achei, migrati dal Nord, che nel XVI secolo a. C. fondarono la civiltà micenea: essi ricostruirono nel Mediterraneo il loro mondo originario, in cui si erano svolte la guerra di Troia e le altre vicende della mitologia greca, e perpetuarono di generazione in generazione, trasmettendolo poi alle epoche successive, il ricordo dei tempi eroici e delle gesta compiute dai loro  antenati nella patria perduta. 
La messa per iscritto di questa antichissima tradizione orale, avvenuta in seguito all’introduzione della scrittura alfabetica in Grecia, attorno all’VIII secolo a. C., ha poi portato alla stesura dei due poemi nella forma attuale.
L’autore di questa rivoluzionaria tesi, che se dimostrata cambierà i libri di storia, è un romano di sessantacinque anni dalla doppia vita. 
Uno ingegnere nucleare – uni dei primi a laurearsi nel 1971 –  che il referendum del 1987 ha costretto a cambiare mestiere dopo avere lavorato alla costruzione della centrale di Caorso. 
Appassionato di letteratura antica e di mitologia greca per avere fatto un buon liceo Classico al Tasso di Roma, inizia a divorare, siamo a inizio anni ’90, tutto il possibile sui poemi di Omero fino a che non legge l’opera di Plutarco De facie quae in orbe luna apparet, e scopre che l’isola della dea Calipso, dove Ulisse approdò e da cui ripartì per tornare in patria, si trova “a cinque giorni di navigazione dalla Britannia, in direzione occidente.” Da qui Vinci ha preso il via della ricerca dell’itinerario che, seguendo la narrazione dell’Odissea, ha consentito a Ulisse di ritrovare la sua Itaca. Una ricerca durata vent’anni che si è conclusa con la pubblicazione nel 1995 con la Palombi Editori di Roma del suo Omero nel Baltico, giunto nel 2008 alla quinta edizione aggiornata e ampliata. “Ma non finisce qui, ci dice Vinci, il fatto è che più vado avanti con le mie ricerche e più trovo cose nuove!”
Il libro, tradotto in una decina di lingue, compreso il russo, sta riscuotendo un successo planetario. Difficile tenere il conto delle copie vendute, ma sicuramente siamo oltre le cinquantamila, un  bel record!
Rosa Calzecchi Onesti, sue le traduzioni, in poesia, dell’Iliade (1950) e dell’Odissea (1963), nella presentazione del libro scrive: “Come si permette questo ingegnere nucleare di entrare nel campo della critica storico–letteraria? Faccia il suo mestiere e lasci il nostro a noi, che diamine!” Ma dopo avere esortato Vinci a non demordere in chiusura esclama: “Non sarà meglio, allora, pur conservando un sano, provveduto e vigile senso critico, accettare di vivere la novità del nostro tempo?” Purtroppo la Calzecchi non potrà presentare una nuova edizione del libro, è morta il 7 agosto scorso.

Il reale scenario dei poemi omerici secondo Vinci

Negli ultimi anni Felice Vinci è stato  più volte invitato a presentare la sua tesi in varie Università italiane, quali ad esempio Pavia, Padova, Bergamo, Roma, e straniere
come quella di Vancouver, e, successivamente, in un convegno tenutosi nel novembre 2005 presso il Dipartimento di Filologia Classica dell’Università di  Riga, in Lettonia. Inoltre, i professori del Dipartimento di Filologia Classica dell'Università russa di Saransk, presenti nel 2002 a Vancouver, hanno integralmente tradotto il  libro e nel 2004 lo hanno pubblicato in Russia, diffondendolo presso le Università ed i circoli accademici e culturali infine è stato invitato a presentare la sua teoria nonchè l'edizione russa del libro all’Accademia delle Scienze di San Pietroburgo. In particolare, la prof. Tatyana  Devyatkina, titolare di Filologia Classica all'Università di Saransk, ha  scritto: “The results of his research can be considered among the greatest  discoveries of the 20th -21st centuries”.
Il libro è stato tradotto anche in inglese e pubblicato nel 2006 da una casa editrice americana con il  titolo “The Baltic Origins of Homer’s Epic Tales. The Iliad, the Odyssey, and  the Migration of Myth” (http://www.innertraditions..com/Product.jmdx?action=displayDetail&id=2068 ). 


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :