Quali saranno i vincitori degli Oscar 2014? Le previsioni

Creato il 26 febbraio 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

26 febbraio 2014 • Premi Oscar 2014, Speciale Festival OAC, Speciale Premi Oscar, Vetrina Cinema

Negli ultimi anni i membri dell’Academy ci avevano sinceramente entusiasmato evidenziando, rispetto ad esempio ai Golden Globes, un’ampiezza di vedute e un’attenzione ai film indipendenti davvero apprezzabile. In anni recenti opere come Re della terra selvaggia o Un gelido inverno avevano trovato posto tra i candidati sbaragliando la concorrenza di prodotti più costosi, pubblicizzati e soprattutto remunerativi al botteghino.

Anche quest’anno alcune sorprese non sono mancate all’annuncio delle nomination all’Oscar, ma purtroppo si sono rivelate (quasi) tutte negative. Se The Wolf of Wall Street si è fatto largo a forza di candidature – ottava alla regia del grande Martin Scorsese, che così raggiunge Billy Wilder al secondo posto nella classifica di categoria, dietro a William Wyler che ne ha addirittura dodici – meritavano senz’altro sicuramente ben altra considerazione Captain Phillips e Her, che sono entrati nel gruppo dei miglior film ma poco altro. Soprattutto i due protagonisti Tom Hanks e Joaquin Phoenix andavano assolutamente inseriti tra i migliori attori. Rispetto allo smagrito Matthew McConaughey di Dallas Buyers Club o all’ingrassato e parruccato Christian Bale di American Hustle – comunque bravissimi, per carità – Hanks e Phoenix sono riusciti ad arrivare al cuore dello spettatore soltanto con uno sguardo teso o un sorriso malinconico, a testimoniare che la grandezza di una performance e di un interprete non è (sempre) data dal trasformismo. Per quanto riguarda Bale poi lo avremmo scelto più riconoscibile ed enormemente più intenso nel dimenticato Out of the Furnace, bel dramma di Scott Cooper.

Il 2014 potrebbe essere l’anno vincente per Leonardo DiCaprio, che ha in McConaughey il suo più agguerrito antagonista. La lotta per il miglior attore dovrebbe essere tra questi due, così come per la miglior attrice se la vedranno Amy Adams e Cate Blanchett. E se non dovesse vincere quest’ultima potremmo tranquillamente gridare allo scandalo… Altra scelta discutibile è stata quella di aver regalato la diciottesima candidatura a Meryl Streep, eccessivamente sopra le righe in I segreti di Osage County. Più azzeccata la quarta segnalazione per Julia Roberts come supporto, che a essere puntigliosi è lei la vera protagonista del film. Stesso discorso fatto per la Streep vale anche per Judi Dench, candidata per Philomena: è una grande attrice, il suo talento è innegabile, ma ha fatto meglio in altri film.

La grande bellezza di Paolo Sorrentino vincerà l’Oscar come miglior film straniero, a meno di clamorose sorprese. Ciò avverrà anche in considerazione del fatto che eventuali contendenti di rilievo sono stati esclusi dalla cinquina. Perché non troviamo candidati La vita d’Adèle, Il passato o The Grandmaster di Wong Kar-Wai, di gran lunga il miglior film non americano in lizza? Ovviamente tifiamo per la vittoria italiana, ma allo stesso tempo riteniamo sia giusto scrivere che secondo noi altri film meriterebbero ugualmente, anzi maggiormente, di trionfare.

Nebraska

E il cinema indipendente americano quest’anno? A rappresentarlo nelle sezioni più importanti ci sono quasi soltanto Dallas Buyers Club e Nebraska di Alexander Payne, che si è aggiudicato cinque nomination “forti”, tra cui quella alla leggenda vivente Bruce Dern. Complimenti a uno degli autori più discreti e sensibili dell’odierno panorama cinematografico americano. Il suo film non è forse riuscito quanto Paradiso amaro o soprattutto un capolavoro come Sideways, ma merita senz’altro il successo ottenuto. Peccato per l’esclusione dei fratelli Coen e del loro malinconico A proposito di Davis: le nomination per la regia e lo script non sarebbero state inappropriate.

Chiudiamo con la categoria più importante, quella per il miglior film.

Le maggiori chance di successo le hanno 12 anni schiavo e American Hustle, due lungoemtraggi riusciti ma allo stesso tempo probabilmente sopravvalutati: il primo è forse più attento all’estetica che alla forza di storia e personaggi. L’altro è un giochino divertente ma anche piuttosto superficiale, nulla a che vedere col precedente Il lato positivo di David O. Russell. Se il miglior film del 2014 dovese uscire – come probabilmente accadrà – da uno di questi due titoli, sarebbe lecito storcere il naso. The Wolf of Wall Street, Gravity, Her o Captain Phillips sono lungometraggi molto più coraggiosi, sfrontati, commoventi.

Di Adriano Ercolani per Oggialcinema.net

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