Doppia serata per gli amanti del genere al Club e doppia situazione musicale quella che é andata in scena mercoledì 30 aprile, nell'ambito della rassegna di musica progressiva in programma al locale di Lugagnano. Ma andiamo con ordine. E' toccato ai veneziani Quanah Parker aprire la serata col loro prog sinfonico. Attivi già dai primi anni ottanta per mano del fondatore Riccardo Scivales (tastiere), riformati nel 2005 con vari cambi di formazione, prendono il nome da un famoso capo indiano d'America. Con Scivales ci sono ora Betty Montino (voce), Giovanni Pirrotta (chitarra), Giuseppe Di Stefano (basso) e Paolo Ongaro (batteria). Ottimo neo prog, che prende ispirazione dai gloriosi anni '70, suonato con garbo e tocco, come da chi conosce bene il proprio "mestiere". Pezzi articolati con combinazione classica fra tastiere e chitarra, un must del rock progressivo. Accompagnati dalla voce raffinata e potente della Montino, da un'ottima combinazione della base ritmica basso/batteria. La band veneziana ci offre nella prima parte del concerto una serie di pezzi della propria produzione passata e alcuni brani del cd del 2012. Spiccano in particolare QUANAH e la ballata AFTER THE RAIN. Nella seconda parte del loro concerto non mancano gli inediti. Una toccante composizione strumentale BIG FRANCESCO, dedicata al grande DI GIACOMO del BANCO, tragicamente scomparso di recente e cha ha lasciato, é inutile negarlo, un grande vuoto nella musica italiana. In conclusione del set non può mancare un altro classico della musica progressiva, una corposa suite molto ben strutturata nei suoi movimenti, ora recitata e ora cantata in lingua italiana. Pezzo che finirà nel loro cd di prossima pubblicazione. Non si può dire che ci sia il pienone, ma non é una novità, purtroppo, soprattutto quando si ha il coraggio di proporre cose non conosciutissime, tenendo presente che é pur sempre un mercoledì. Comunque i fedelissimi ci sono e apprezzano. Nella seconda parte della serata il copione cambia decisamente registro con gli ALTARE THOTEMICO. La band bolognese di GIANNI VENTURI (voce e poesia), non é certo di quelle scontate e di facile approccio. Con il singer suonano per l'occasione Beppe Di Benedetto (trombone), Valerio Venturi (basso), Max Govoni (batteria) e Leonardo Caligiuri (tastiere). Il concerto si sviluppa attorno al nuovo progetto SOGNO ERRANDO. E' il loro secondo lavoro dopo l'album del 2009. Parlare di progressive stretto ascoltando attentamente la band dei fratelli Venturi, risulta essere un esercizio alquanto difficile a meno di non considerare il genere, anche giustamente se si vuole, nel senso di ricerca continua. L'uso della voce di Gianni Venturi ricorda molto il senso di espressione usato negli anni '70 da Demetrio Stratos. La continua ricerca e il totale disinteresse verso la canzone classica. Il sound é prettamente di matrice jazz, ma nei vari pezzi che si succedono si può notare un miscuglio, che prende dentro vagamente l'avant prog e persino la world music. Il tutto suonato con maestria, con combinazioni e passaggi davvero interessanti. Il pubblico apprezza e la band dà tutto quello che ha dentro. Fantastici gli assoli di Caligiuri fra piano elettrico e moog, assecondato dal passaggi di trombone che fanno fremere il piccolo locale. Ottima la parte ritmica ad opera di Govoni e Valerio Venturi. I virtuosismi vocali di Gianni Venturi e i versi anche provocatori, che fanno riflettere quando toccano il sociale sotto forma di denuncia ad un sistema, il nostro, che lascia poco spazio alle culture, quelle del sottobosco, quelle non scontate. Che cosa dire ancora? Un'ottima serata e un'ottima programmazione mischiando stili e sensazioni musicali diverse.
Quanah Parker e Altare Thotemico al Club Il Giardino Lugagnano, di Marco Pessina
Creato il 06 maggio 2014 da Athos56Doppia serata per gli amanti del genere al Club e doppia situazione musicale quella che é andata in scena mercoledì 30 aprile, nell'ambito della rassegna di musica progressiva in programma al locale di Lugagnano. Ma andiamo con ordine. E' toccato ai veneziani Quanah Parker aprire la serata col loro prog sinfonico. Attivi già dai primi anni ottanta per mano del fondatore Riccardo Scivales (tastiere), riformati nel 2005 con vari cambi di formazione, prendono il nome da un famoso capo indiano d'America. Con Scivales ci sono ora Betty Montino (voce), Giovanni Pirrotta (chitarra), Giuseppe Di Stefano (basso) e Paolo Ongaro (batteria). Ottimo neo prog, che prende ispirazione dai gloriosi anni '70, suonato con garbo e tocco, come da chi conosce bene il proprio "mestiere". Pezzi articolati con combinazione classica fra tastiere e chitarra, un must del rock progressivo. Accompagnati dalla voce raffinata e potente della Montino, da un'ottima combinazione della base ritmica basso/batteria. La band veneziana ci offre nella prima parte del concerto una serie di pezzi della propria produzione passata e alcuni brani del cd del 2012. Spiccano in particolare QUANAH e la ballata AFTER THE RAIN. Nella seconda parte del loro concerto non mancano gli inediti. Una toccante composizione strumentale BIG FRANCESCO, dedicata al grande DI GIACOMO del BANCO, tragicamente scomparso di recente e cha ha lasciato, é inutile negarlo, un grande vuoto nella musica italiana. In conclusione del set non può mancare un altro classico della musica progressiva, una corposa suite molto ben strutturata nei suoi movimenti, ora recitata e ora cantata in lingua italiana. Pezzo che finirà nel loro cd di prossima pubblicazione. Non si può dire che ci sia il pienone, ma non é una novità, purtroppo, soprattutto quando si ha il coraggio di proporre cose non conosciutissime, tenendo presente che é pur sempre un mercoledì. Comunque i fedelissimi ci sono e apprezzano. Nella seconda parte della serata il copione cambia decisamente registro con gli ALTARE THOTEMICO. La band bolognese di GIANNI VENTURI (voce e poesia), non é certo di quelle scontate e di facile approccio. Con il singer suonano per l'occasione Beppe Di Benedetto (trombone), Valerio Venturi (basso), Max Govoni (batteria) e Leonardo Caligiuri (tastiere). Il concerto si sviluppa attorno al nuovo progetto SOGNO ERRANDO. E' il loro secondo lavoro dopo l'album del 2009. Parlare di progressive stretto ascoltando attentamente la band dei fratelli Venturi, risulta essere un esercizio alquanto difficile a meno di non considerare il genere, anche giustamente se si vuole, nel senso di ricerca continua. L'uso della voce di Gianni Venturi ricorda molto il senso di espressione usato negli anni '70 da Demetrio Stratos. La continua ricerca e il totale disinteresse verso la canzone classica. Il sound é prettamente di matrice jazz, ma nei vari pezzi che si succedono si può notare un miscuglio, che prende dentro vagamente l'avant prog e persino la world music. Il tutto suonato con maestria, con combinazioni e passaggi davvero interessanti. Il pubblico apprezza e la band dà tutto quello che ha dentro. Fantastici gli assoli di Caligiuri fra piano elettrico e moog, assecondato dal passaggi di trombone che fanno fremere il piccolo locale. Ottima la parte ritmica ad opera di Govoni e Valerio Venturi. I virtuosismi vocali di Gianni Venturi e i versi anche provocatori, che fanno riflettere quando toccano il sociale sotto forma di denuncia ad un sistema, il nostro, che lascia poco spazio alle culture, quelle del sottobosco, quelle non scontate. Che cosa dire ancora? Un'ottima serata e un'ottima programmazione mischiando stili e sensazioni musicali diverse.
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