“Quando anche il sole muore” – Claudio Gianini

Creato il 24 febbraio 2012 da Temperamente

Milano, piena estate. Pietro Ferri si sveglia improvvisamente dall’ennesimo incubo che agita il suo sonno, di per sé già tormentato per via del caldo afoso: davanti ai suoi occhi scorrono ancora le immagini di una violenza sessuale ai danni di una donna dai tratti indistinti. Quando anche il sole muore comincia così, e, lungo tutta la trama del thriller, più volte si ripresenterà lo stesso terribile incubo.

Pietro Ferri è un ex poliziotto letteralmente “rinato” all’età di trentatré anni, quando, dopo uno scontro diretto con il feroce killer della Ghisolfa, è rimasto sordo e, soprattutto, ha perso tutti i suoi ricordi. La sua mente è ancora adesso, a distanza di cinque anni da quell’episodio, una tabula rasa, sulla quale s’accampano, senza un riscontro effettivo, racconti relativi al suo passato. Può sembrare difficile convivere con l’idea di non conservare più un’immagine, un ricordo, un frammento di un’intera esistenza, ma Pietro Ferri, con buona dose d’ironia e un certo distacco, conduce la sua abitudinaria vita da invalido, non senza il consueto incontro del giovedì con l’amante Roberta, poliziotto anche lei, e qualche piccolo piacere, come la pizza dall’amico Gaetano.

Ma è giunto il momento per lui di fare i conti col passato. Il killer della Ghisolfa, dopo cinque anni di inattività, ritorna in azione, compiendo dei mostruosi delitti ai danni di gente che, in un modo o nell’altro, ha avuto a che fare con Pietro Ferri. Sembra quasi che il killer voglia rimettere l’ex poliziotto in gioco, sottraendolo alla passività che ha paralizzato la sua vita. E questo per Pietro può significare ricomporre una volta per tutte il puzzle del suo passato, pezzo dopo pezzo, dare un senso ai suoi sogni angosciosi e abituarsi all’idea che anche il sole possa morire.

Quando anche il sole muore è un thriller intenso e anche parecchio crudo; particolarmente turpi sono i delitti che vi si descrivono (per la gioia degli amanti dello splatter), ma ciò che lo contraddistingue davvero è il fatto che l’autore non ponga l’accento esclusivamente sul sangue e sulla ricerca del famigerato assassino, ma sappia mescolare con grande maestria tutti gli ingredienti, dando spessore alla storia del protagonista e al mistero che ruota attorno al suo passato, aggiungendo un tassello per volta, fino all’exploit finale.
Si tratta di un viaggio negli abissi della mente e delle mostruosità cui può arrivare a spingersi, un romanzo sul dolore che reitera incessantemente se stesso, un’analisi sull’insensatezza dell’esistenza.

Il thriller psicologico di Claudio Gianini si fa leggere speditamente, stimolando la curiosità del lettore; è scritto bene, sebbene pecchi di innaturalezza in alcuni punti, risultando macchinoso in determinati dialoghi poco realistici. I risultati migliori sono raggiunti nelle pagine in cui la prosa diventa fluida e articolata, a dispetto delle parti in cui frasi brevissime spezzano la scorrvolezza del periodo.

Angela Liuzzi

Claudio Gianini, Quando anche il sole muore, Giulio Perrone Editore – Divisione LAB, 246 pp., 15 euro


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