Quando Bibi è contento il mondo farebbe bene a preoccuparsi

Creato il 18 marzo 2015 da Massimo Citi

Le elezioni in Israele hanno visto la vittoria di Benjamin Netanyahu, che ha ottenuto un aumento dei propri seggi mentre il partito Laburista ha soltanto confermato i propri 24 seggi. Completamente smentiti sia i sondaggi usciti nelle ultime settimane prima del voto, che gli exit-poll che parlavano di un sostanziale equilibrio. Buona parte del risultato del voto è stato probabilmente dovuto alla massiccia partecipazione al voto degli elettori, il 72% degli aventi diritto. I partiti di estrema destra, "Il focolare ebraico", lo SHAS e il partito di e Avigdor Lieberman perdono complessivamente una dozzina di seggi ma perde anche Meretz - estrema sinistra - mentre guadagnano voti e seggi i quattro partiti arabi consorziatisi in una lista unica. Buono il risultato del Kuluna, partito centrista, che ha ottenuta una decina di seggi e si è detto pronto a governare con Bibi.

Il risultato sarà inevitabilmente quello di un governo di destra che - programmaticamente - non tratterà per dare una patria ai palestinesi, che sarà pronto a utilizzare l'esercito in ogni occasione e che darà via libera ai coloni nei territori contesi.

Questo è stato il programma del buon Bibi e non si vede motivo per il quale non debba metterlo in atto.

Dopo che il 3 marzo Netanyahu ha parlato davanti al congresso statunitense a camere riunite, gli analisti politici israeliani [...] hanno fatto a gara per attaccarlo [...]. Nonostante ciò, presto gli Stati Uniti consegneranno a Israele un altro squadrone di aerei militari di ultima generazione che potranno essere usati per bombardare Gaza un'altra volta.

Questo ha scritto su "Hal'aretz" Gideon Levy, giornalista politico. Se qualcuno vuole accusare un uomo che di cognome fa Levy di essere antisemita si accomodi, fatto si è che in poche righe Levy ha presentato la sostanziale, terribile ambiguità di un popolo incapace di scegliere una soluzione pacifica ai problemi attuali e futuri della comunità ebraica in Medio Oriente e che continua a puntare su una soluzione sostanzialmente militare, cercando di ignorare ciò che accade appena oltra la frontiera. Un paese dove il pensiero di destra coincide con un confuso nazionalismo religioso e con rabbiose pretese espansionistiche.

Si è scelto ancora una volta Bibi.

Speriamo che il resto del mondo non se ne debba pentire.


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