Quando c’è una meta, il deserto si fa strada.

Creato il 30 settembre 2015 da Agnese77

Valigia sul letto… Si torna a camminare. SI TORNA A RESPIRARE!

“Viaggiamo, inizialmente, per perderci. E viaggiamo, poi, per ritrovarci. Viaggiamo per aprirci il cuore e gli occhi! Viaggiamo, in sostanza per tornare ad essere giovani e sciocchi, per rallentare il tempo ed esserne catturati, per innamorarci ancora una volta.”

In viaggio il cuore corre, in solitaria corre il doppio. I’M ALIVE! Latcho drom Luca.

– Sapete, io ho un villaggio in Kenya, ho fatto un sacco di soldi!

– Io invece faccio scarpe.. una fabbrica a Bangkok, una a Caracas e una a Los Angeles.

– Grandi, ci siamo trovati allora, io mi occupo di finanza. Faccio la spola tra New York e Singapore.

– Ah, quindi siamo sempre tutti in giro per il mondo è?!

(ridono compiaciuti)

– Io amo volare con la business di Turkish… per me la migliore compagnia del mondo, è direttamente lo cheff a chiederti cosa vuoi mangiare.

– Noooo (risponde il finanziere) mi dispiace, ma Emirates non ha paragoni, quei sedili sembrano letti! E poi vuoi mettere il servilismo orientale?

– No ragazzi non ci siete! (ribatte il “calzolaio” che ovviamente, almeno a parer suo, sta per regalarci la perla del giorno) l’eccellenza è della Oman Air! Certo il bigliettino se lo fanno pagare, ma che lusso… che poi uno i soldi che li fa a fare se non per togliersi qualche sfizio?

Solo che poi Roma – Fez ve lo fate tutti in economy a 40 euro su Ryanair con me. A CHIACCHIERONI.

Vabbè.

ATTERRIAMO IN TERRA AFRICANA! Per arrivare dall’aeroporto alla città un’avventura… poi un ora per trovare l’ostello. Fermo un ragazzo per chiedergli informazioni e mi risponde: “in Morocco is hard to find something and is impossible to find someone!” Lo rigrazio comunque e penso: nnamo bene qua.
Nonostante l’avventura dello stare a chiedere informazioni tra chi invece è interessato a vendere denti, chi a offrire oro e chi a raccontarti d’aver conosciuto Napoleone riesco a trovare “il capo”, che quando mi vede si blocca e mi fa: com’è possibile! I TUOI OCCHI PARLANO! Tu sei un ragazzo fortunato.
Ed io tra me e me: “ma c’ho la faccia così da scemo da fa pensà a uno de potemme fregà soldi dicendome ste cretinate?” Fatto sta che mi portano in ostello e mancoafalloapposta camera allagata.

Fortunato diceva……. mi riportano indietro da lui che mi sorride e mi abbraccia. Te l’ho detto che sei fortunato! Alle persone col cuore grande parlano gli occhi. A loro tutto finisce col girare per il verso giusto.
Comunque, alla fine della fiera, il baraccone prenotato pieno d’acqua e Luca si ritrova a dormire in una camera con doppio baldacchino, ingresso, salottino, uscita sul giardino e bagno con una doccia che è grande quanto la mia cameretta. DAJE!

Vado a fare una passeggiata. Che bolgia.

Mi fermo seduto su un gradino a guardare la gente che passa ed un ragazzo mi si siede vicino. Parliamo un po’ ma dopo dieci minuti lo vengono a chiamare. Mi invita a cena. È la seconda volta che vengo in Marocco ed è la seconda volta che il primo con cui mi fermo a parlare mi invita a cena. L’altra volta è andata bene, perchè dovrebbe andare male ora? Vado.
Nel piatto dove dovrei mangiare io ci sta dormendo un gatto. Lo caccia. Sgrulla il piatto. Tranquillo dice, ora è pulito. AIUTO. Il cibo è terribile… ma è stato cosi gentile ad invitarmi che proprio non me la sento di rifiutare qualcosa. Risultato: notte a vomitare. C’est la vie.

Le giornate volano via leggere. Le notti hanno un non so che di magico. Anzi, lo so: le stelle.

Non faccio che incontrare viaggiatori. Moltissimi con lo zaino. “Il capo” mi si porta dietro qualsiasi cosa fa, e all’inizio mi è rimasto divertente solo che ora comincia a pesarmi. Voglio stare solo. Scappo su un tetto. Leggo un po’, il sole è caldo.

Poco dopo salgono anche tre ragazzi tedeschi. Li vedo che mi guardano. Stanno li dieci minuti a parlare tra loro poi vengono da me. Ci avrei scommesso.

Salve! Salve. Stai leggendo? Odio rispondere a chi mi chiede cose ovvie soprattutto quando quello che sogno è starmene da solo, ma sono viaggiatori… non mi va di essere scortese.

Restiamo a parlare una mezz’oretta. Si sono avvicinati perché li ha affascinati l’idea del viaggiatore solitario. Non sono i primi a farlo, qui tutti sembrano essere catturati da questa scelta di viaggio. Evidentemente qui di viaggiatori solitari ne capitano pochi. Bah.

Camminare per il suq è divertente. Hanno tutti qualcosa da vendermi, qualcosa di cui io e solo io non potrei proprio fare a meno. “Se la vita ti ha portato qui in Marocco è solo perché dovevi comprare questa lampada”. Decisamente il più divertente di tutti.

A sentir loro sono tutti viaggiatori incredibili, che più e più volte hanno affrontato il deserto, e a me non importa stare a cercare di capire se sia vero o no. Le storie che hanno da raccontare sono magnifiche e molte trattano della cosa che a me piace di più al mondo: gli occhi delle donne.
E LE AMANO! Mi raccontano di loro con la stessa venerazione con cui si parla di una divinità. Persi, completamente abbandonati.
Spesso uno lo tratta come un argomento cosi, normale… ma l’amore per le Donne è una roba seria. Da salvarci il mondo solo con quello!
Sono uomini straordinari, i loro racconti mi riempiono anima e cuore; e allora ringrazio, ogni volta che posso.
Mi capita spesso di pensarlo ma in questi momenti ancora di più: sono un privilegiato. Sono pieno di ricordi belli e a volte quasi me ne vergogno. È che mi fa strano l’idea che proprio io debba meritarmi la fortuna di avere una vita cosi. Cosa ho fatto, in fondo, per meritarmi tanto?

Me la scelgo, per carità, ma è cosi bella! Un consiglio posso darlo: se si vuol capire, se si vuol capire davvero, non si può stare seduti a giudicare… BISOGNA ANDARE A VEDERE! Vestirsi di loro e dei loro sorrisi.

“C’era qualcosa di magico in quel perdersi e ritrovarsi”

Solita locanda, solito libro, solito tavolo. Vengo qui ogni giorno, alla stessa ora. Hanno imparato anche loro: pane, marmellata chiara e tè alla menta, vero? Vero. Un momento. Grazie. Sorriso.

Ogni giorno il signore che vende cappelli qui davanti a me, al mio ordine fa la stessa cosa: mi fissa fino a che non arriva il momento in cui avvicino il mio tè alla bocca, allora lui china il capo sorridente in segno di assenso e poi torna a guardare dritto davanti a lui, la strada, e tutta la vita che dentro si porta.

Sono venuto per stare solo ma fatico parecchio perchè tutti hanno qualcosa da dirmi, da raccontarmi. Tutti poi sembrano ricordarsi il mio viso e quindi ad ogni passaggio, e ci si incontra almeno dieci volte al giorno, ci tengono a salutare.

Camminano, camminano in continuazione. Girano, chiacchierano, poi si siedono… il tè con uno, il tè con l’altro.
Mi dispiace molto respingere o ignorare le persone, ma per prendermi un po di tempo devo per forza far finta di non sentirli e allora chino gli occhi sul libro:

Nessuno m’ha mai detto
volerai
Nessuno m’ha mai promesso
non morirai
Eppur senz’ali
ho già volato tanto
e ora senza alcun rimpianto
di promesse mancate
di cose incompiute
senza pena aggiunta o tolta
mi preparo a volare… UN’ALTRA VOLTA.”

Mi parla. Il libro, il vento. Tutto. Ogni cosa sembra sia qui apposta per me. Io non so spiegarlo, ma a volte in viaggio mi capita di provare estasi incredibili per cose che non comprendo. Il fazzoletto che uso come segna libro ha una trama incredibile. È fatto di punti che si rincorrono.
Davanti ho il signore dei cappelli, sotto il naso il profumo della menta, intorno rumore, ma non un rumore che disturba, rumore di vita. E io mi ci sento immerso, completamente. Questo tovagliolo è stupendo.

La ricerca spirituale è la ricerca della conoscienza, e la ricerca della conoscienza che vale la pena perseguire è la conoscienza di se. Noi crediamo di sapere, ma sappiamo solo quello che vediamo, quello che sentiamo, quello che proviamo coi nostri sensi. In verità tutto quello che ci appare come realtà non è reale. La materia non esiste; solo ci appare come se esistesse.

Io non ho mai visto nessuno in Italia lavarsi un gradino prima di mettersi seduto, non c’è da noi neanche questa cultura maniacale della pulizia del corpo e sempre da loro viene anche l’attenzione delle donne alla bellezza. Allora cos’è che non riesco a capire? Sono più puliti ma sono anche più sporchi? Da noi non la trovi la carne esposta al sole; non trovi neanche i dolci invasi dalle mosche. È l’idea del giusto ad essere assurda? Magari è vero che niente esiste davvero? Che tutto è relativo? Probabilmente è vero che noi siamo schiavi di concetti che ci vengono imposti, di schemi secondo i quali sarebbe giusto vivere. Ogni angolo del mondo ha i suoi!

Allora, forse, bisognerebbe arrivare a capire che la verità è più grande; non confinabile in un’abitudine o in una convenzione. Che l’idea stessa di abitudine si scontra con la natura della vita che è mutevole e mai statica.
Allora perché noi stiamo fermi? Cos’è che ci ha portato alla rinuncia alla vita? Come si può decidere di confinarsi in una via morta e chiudersi in se per paura di affrontare emozioni? Alzarsi, lavorare, mangiare, lavarsi, la TV, la partita, due chiacchiere con gli amici e il giorno dopo di nuovo uguale… tutto programmato da perfetti automi. Non è comunque morte questa?
Scegliamo oggi una persona e le promettiamo amore a vita perché cosi ci hanno insegnato. Ma come si può promettere l’amore? Perché ci scegliamo una volta per la vita invece di sceglierci più volte ogni giorno? Perché cerchiamo sempre di garantirci il domani e mai scegliamo di vivere nell’oggi?

Questo continuo movimento finisce col portarmi a pensare spesso a chi invece sta fermo.

Ho incontrato moltissime persone scontente che, nonostante ripetano in continuazione di quanto non stiano più bene in quello che si sono costruiti, non fanno poi nulla per cercare di modificare la loro vita per il terrore che hanno nei confronti del cambiamento.

In un film a me carissimo si diceva che “L’ESSENZA DELLO SPIRITO DELL’UOMO STA NELLE NUOVE ESPERIENZE”, e raramente mi è capitato di sentire frase più giusta. In questo c’è tutto. Qui, probabilmente, sta il vero!
Non esiste opportunità più grande del movimento. Non c’è sfida più stimolante del cambiamento.

Mi hanno sempre insegnato che, se c’è qualcuno che è riuscito a trovale le parole, bisogna rubare da lui senza vergogna; e allora lo faccio da una lettera in cui Christopher McCandless spiegava a Ronald Franz che il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l’avventura. Per lui non esiste gioia più grande per l’animo umano dell’avere di fronte un orizzonte in costante mutamento. Del trovarsi, ogni giorno, sotto un sole nuovo e diverso. Per quella che è la natura umana non esiste nulla di più devastante di un futuro certo, anche se ci hanno convinto del contrario. Avreste saputo spiegarlo meglio?

“Tutti abbiamo i nostri sogni, pensò. L’unica differenza è che alcuni lottano, e non rinunciano a realizzare il proprio destino, a costo di affrontare qualunque rischio, mentre gli altri si limitano ad ignorarli, timorosi di perdere quel poco che hanno. E cosi non potranno mai riconoscere il vero scopo della vita.”


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