Ultimo film prodotto dallo Studio Ghibli e unico privo di ogni contributo da parte del duo Takahata-Miyazaki, Quando c’era Marnie è uno struggente rapporto immaginario, debitamente sezionato in due parti e dal finale sconvolgente.
Anna soffre d’asma, ma i suoi problemi sono di natura psicologica. Infatti non riesce ad accettare se stessa e ad amare la madre adottiva. Quest’ultima decide di mandare Anna da dei parenti a Hokkaido, nella speranza che ritrovi la serenità. A Hokkaido viene attratta da un maniero che si vocifera sia infestato da fantasmi e qui conosce Marnie, una coetanea che sembra provenire da un’altra epoca.
Diretto da Yonebayashi, Quando c’era Marnie coinvolge come qualsiasi pellicola dello Studio Ghibli perché in grado di smuovere sentimenti profondi e brutali. Perché l’animazione giapponese di questo celebrato studio da sempre ha voluto confrontarsi con un pubblico più adulto, alzando i toni filosofici e psicologici, ostentando personaggi che nascondono nel proprio inconscio struggente malinconia. Ed è il caso di Anna (protagonista della vicenda), adolescente orfana che soffre d’asma, ma che cela nella sua intimità la difficile accettazione di se stessa. Di conseguenza affidandosi all’immaginazione fugge dalla sua disdicevole situazione per maturare e provare a scoprirsi donna.
Quando c’era Marnie esibisce un compiuto registro morale, filosofico ed emotivo e si suddivide in due parti, nelle quali la psicologia dei personaggi è delineata in modo puntuale. Infatti nel primo segmento del film lo spettatore si imbatte in uno stato di depressione e d’incapacità di interagire con gli altri, mentre nella seconda il rapporto tra Anna e Marnie è un’amicizia (immaginaria) che svela più di quanto si noti in superficie, che porta inevitabilmente a una conclusione spiazzante e imprevedibile.
Nonostante qualche passaggio a vuoto, Quando c’era Marnie è molto lodevole per la capacità d’analisi psicologica, che difficilmente si vede in qualsiasi altro film d’animazione. Inoltre il disegno (dettagliato e impeccabile) infonde al prodotto quel qualcosa in più che lo eleva in modo lieve e toccante.
Struggente maturazione di un’adolescente, Quando c’era Marnie potrebbe essere l’ultimo film che vedrà il buio della sala. La speranza è l’ultima a morire, ma se così fosse la pellicola di Yonebayashi è un testamento più che accettabile.
Uscita al cinema: 24 agosto 2015
Voto: ***1/2