Quando camminare ha il sapore della nostalgia

Creato il 04 luglio 2014 da Paciampi
Quando Sergio e Marinella mi hanno chiesto di andare con loro a camminare, mi sono vista con la tuta rosa, le mollette nei capelli, il K-Way rosso e il bastone nodoso di fianco al babbo sulla strada bianca e stretta verso le cima di Lavaredo, ho sentito la voce della mamma che raccomandava di stare attenta a non inciampare e mio fratello dirmi che tanto sarebbe arrivato prima lui.
Ho assaporato in bocca il bombolone alla marmellata della bottega di fronte al nostro affittacamere, ho visto i nostri scarponi allineati sul balconcino stretto come una scatola di fiammiferi e ho avvertito il piacere della doccia calda prima di infilarmi il pigiama.
Ho detto di sì perché per un istante ho rivisto la dodicenne che ero e m'è parso quasi di acciuffarla per i capelli.
Ho detto di sì perché ho nostalgia dei sentieri e della disciplina, delle sveglie la mattina presto e dei silenzi, della borraccia da riempire e della cartina che non si ripiegava mia per bene.
(Simona Baldanzi, Il Mugello è una trapunta di terra, Contromano Laterza)

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