Arrivo a NY e come solito l´aereo successivo e´ dall´altra parte dell´aeroporto (il JFK) e mancano 10 minuti alla chiusura delle porte. Corro più forte che posso, prendo tapis roulant, e scale. Arrivo ansimante ma in tempo : mancano 10 passeggeri ancora da imbarcare. A tutti controllano ovviamente il passaporto e io trafelante ma felice mi metto in fila. E´bello essere ultimi dato che l´importante e´poi salire. L´indomani mi aspettano a Pechino per un incontro di lavoro ma mi porteranno a vedere la muraglia cinese e forse la città´proibita… non vedo l´ ora anche se mi sarebbe piaciuto andare anche con Sara. Tocca a me , guardano il mio biglietto, sfogliano il io passaporto pieno di timbri…. poi mi chiedono “e il visto?” Si mi dicono, ci vuole il visto per andare a Pechino. Io inizio a dire una valanga di “ma” e chiedo cosa posso fare. La tipa che controlla i passaporti digita qualcosa sul terminale e mi da un indirizzo a NY dove posso chiedere il visto. D´improvviso crollano davanti a me di seguito la muraglia cinese e la città proibita. Dopo avermi dato un foglio per ritirare il bagaglio , dato che lo avevo imbarcato a New Orleans, la tipa mi saluta e sale con le colleghe sull´aereo. Io rimango con il foglietto in mano e basta. Mi guardo intorno e mi accorgo che l´ aeroporto e´ deserto. Non perdo la calma e chiamo l´ agenzia in italia che mi ha fatto il biglietto…. in Italia sono le 6 di sera, non trovo più´ nessuno. Ora devo decidere se uscire o meno dalla zona internazionale. Il bagaglio dovrebbero consegnarmelo da qualche parte ma non c´e´nessuno a cui chiedere. Con l´ avvento dell´ informatica tutti i vari banchi della zona internazionale si sono svuotati e riempiti di freddi e antipatici touch screen, dove se si vuole si può fare un biglietto ma di sicuro non si può chiedere dove diavolo hanno mandato il mio bagaglio!
Inutile gridare qui non aprirà nessuno… cantava Adriano Celentano ed e´ anche il mio caso. Non c´e´nessuno a cui chiedere. Prendo coraggio ed esco dalla zona internazionale, varco quella soglia in cui si ha accesso solo con un passaporto valido e un biglietto aereo, pure valido. Senza uno dei due non vi si può´ entrare. Fuori da questa zona cerco l´ ufficio dei bagagli smarriti. Per fortuna tutto funziona alla grande dopo 30 minuti da un nastro di servizio vedo sbucare la mia valigia.Trovo finalmente un umano a cui parlare al banco della compagnia. Mi dice che posso cambiare il biglietto per il giorno seguente ma devo avere il visto: no visto, no party. Cerco un taxi davanti all´aeroporto e gli faccio vedere l´indirizzo che mi ha dato l´inserviente. Il taxi parte e attraversa ponti, lagune, poi entra a Manhattan, si infila tra i palazzi alti. Spero di sbrigarmela in fretta e poi di prendere un albergo magari in aeroporto per esser comodo l´indomani. Il taxi si ferma davanti a quello che sembra un ufficio… fuori sta una grossa bandiera rossa con una stella… ok, ambasciata cinese. Entro trascinandomi la valigia e chiedo come aver questo fantomatico visto. Mi indicano la fila da fare… non tanto lunga, me la cavo in fretta. Dopo 5 persone tocca a me. In un inglese approssimativo mi dicono che se voglio il visto per domani devo pagare 50 dollari. Carta di credito? Gia´ho la brutta abitudine di viaggiare sempre con il protafoglio vuoto e di affidarmi quasi completamente al soldo plastificato. Per fortuna non ci sono problemi. Porgo il modulo, precedentemente compilato con dati dell´aereo e tutto il resto, poi l´impiegato mi chiede una foto tessera… una foto tessera? e chi gira con una in tasca! Allora mi consiglia di andare in uno stanzotto li a fianco dove qualcuno mi aiuterà con la foto tessera. Entro e c´e´un tipo con una ragazza, entrambi cinesi. Gli dico che ho bisogno di una foto tessera per il visto. Mi chiedono 10 dollari… il soldo di plastica sta volta non funziona. Frugo nel portafoglio… dietro a qualche scontrino trovo per fortuna una banconota da 10 euro. La mostro…. la soppesano un po , poi fanno dei conti con la calcolatrice e ammiccano… si fa. Faccio la foto, rifaccio la fila , pago i 50 dollari con la Visa e… mi prendono il passaporto. Sto per saltare dall´ altra parte del banco per riprenderlo ma il dipendente mi dice che mi ridaranno tutto domani… forse. Come domani? come forse? si , deve firmare tutto il console. Ma domani ho il volo a mezzogiorno!!! Nessun problema, aprono alle 8 di mattino. Bon sono di nuovo in strada con la mia valigia. Ho una fame boia, mi hanno sparato fuori dall´areo che era mezzogiorno ora saranno le due e non ho mangiato nulla. All’angolo c’è un tipo che vende Hotdogs (cani caldi?). Caspita il panino e´ anche buono. alzo gli occhi e leggo il nome delle vie per capire dove sono… wow Broadway. Non ho voglia, fuori c’è un sole stupendo emi trascino per Broadway la mia valigia alla ricerca di un albergo. Lo troverò non tanto lontano da li, direttamente sopra a uno dei vari teatri. Il giorno dopo sarò in ambasciata presto e senza problemi mi daranno visto e passaporto concludendo il mio viaggio in maniera positiva.Tutta questa storia per dire che non capisco i credenti che credono e basta. Credono, sanno che un Dio c’è, che ha creato tutto e tutti noi ma non lo pregano, non vogliono una religione che è l’unico strumento che ci spiega come comunicare con loro. Ma quando arriveranno al Suo cospetto , che gli dirà? Controllerà anche a loro visto e passaporto e Lui ha l’aria di essere pignolo!