Erano sostenitori dell'eugenetica, i due. Persone che si ponevano seriamente il problema della "degenerazione della razza" e dell'impoverimento genetico di un popolo. Discorsi che potevano far presa in una Germania che aveva visto morire al fronte la sua "meglio gioventù": perché ci si doveva far carico degli storpi e dei matti?
Poi sarebbe arrivato Hitler e quelle idee diventarono "buone pratiche": sterilizzazioni ed eutanasie, magari spacciate da "morte caritatevoli". Quindi altri "trattamenti" cominciarono a essere autorizzati: tutto nel rispetto delle regole, perché quello era un regime che sapeva darsi le regole e che quelle regole faceva rispettare.
Si arrivò al programma T4, per "disinfettare" la nazione ariana. E decine di migliaia di persone sparirono nelle cliniche. E per la prima volta si usarono i gas. Prove generali anche queste, di quello che sarebbe successo in terre più a est, con la guerra nazista.
Anni più tardi medici e scienziati si sarebbero difesi nei processi: erano solo idee; era un modo di manifestare pietà; in ogni caso non avevano fatto altro che obbedire agli ordini e stare dentro le procedure.
E dunque è un libretto da leggere, questo: un piccolo grande insegnamento su ciò che è e non è responsabilità.