Quando dallo psicologo ci vanno i genitori: percorsi di Parent Training

Da Psychomer
by Claudia D'Incognito on gennaio 16, 2013

All’interno dell’ambito evolutivo si lavora spesso con mediatori che ci raccontano storie sui bambini, la loro interpretazione delle problematiche di un figlio e quella di un alunno. Il Parent Training è una delle metodologie di intervento più diffuse nel trattamento di problematiche quali l’autismo, l’ADHD e la disabilità psicofisica. Tale pratica nasce con l’obiettivo di fornire sostegno psicoeducativo alle famiglie, mediante la creazione di un clima di fiducia e di collaborazione, che apre la possibilità di stimolare nei genitori la capacità di essere protagonisti nel programma di intervento del proprio figlio.

Il Parent Training permette di aprire uno spazio nel quale i genitori possono esplicitare le loro preoccupazioni, le richieste e gli obiettivi che si pongono, focalizzando l’attenzione su tutte le difficoltà che incontrano nella relazione con il proprio figlio.

Durante i primi incontri di Parent Training, vengono individuati gli obiettivi dell’intervento e definite le priorità da cui partire insieme ai caregivers. E’ fondamentale che ognuno riconosca l’importanza della propria partecipazione attiva e l’essenzialità dell’impegno e dell’energia di ciascuno nell’evoluzione della situazione (altro fattore centrale per la buona riuscita dell’intervento è la coerenza educativa che tutte le persone coinvolte devono rispettare).

È importante che vengano presi in considerazione i desideri più profondi dei genitori nella definizione degli obiettivi: questo motiva maggiormente la loro partecipazione attiva nell’intervento; ma al tempo stesso, è indispensabile che ai genitori vengano riconosciuti tutti i risultati ottenuti nel lavoro svolto, in modo da porre l’accento sulle risorse di ogni contesto familiare.

Dobbiamo formare i genitori a parlare secondo definizioni operazionali dei comportamenti che diverranno il bersaglio del programma di intervento, con l’obiettivo di ottenere una misurazione del peso dei comportamenti target. Tale misurazione verrà confrontata in tutti gli incontri successivi al fine di monitorare l’andamento dell’intervento e di modificare le strategie impiegate di volta in volta. Si agisce sul comportamento dei caregivers per modificare i comportamenti indesiderati del bambino.

Durante ogni incontro di Parent Training viene quindi effettuata un’analisi del lavoro condotto in ambito domiciliare, che viene programmato ed elaborato negli incontri precedenti. Questo consente di variare gli interventi e le attività definite, in funzione delle osservazioni e delle valutazioni che emergono di volta in volta. Gli obiettivi possono essere, quindi, adattati alle nascenti necessità del bambino o alle acquisizioni che ha maturato nel tempo. E’ importante, infatti, che tutte le attività proposte al bambino non siano né troppo al di sopra delle sue possibilità – con il rischio di demotivare il bambino – né troppo al di sotto, altrimenti per lui divengono noiose e prive di interesse. Durante gli incontri spesso i genitori vengono invitati ad operare direttamente, in modo che la supervisione al lavoro da loro condotto possa essere immediata. In tal modo, inoltre, il terapeuta ha modo di mostrare direttamente ai genitori quale possa essere la modalità alternativa e più adeguata d’intervento.

Oltre all’osservazione diretta delle interazioni tra il bambino e i suoi genitori, un altro metodo consiste nell’insegnare ai genitori a condurre autonomamente delle sessioni di osservazione, per poi parlare dei progressi dell’intervento con il terapeuta. Questa tecnica è meno invasiva, ma spesso complessa da operare.

Il bambino e la famiglia possono essere dunque accompagnati nella definizione e risoluzione delle difficoltà riportate nei primi incontri, attraverso un percorso che vede i genitori protagonisti dei progressi del proprio figlio nella quotidianità.


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