Quando ero nel Pci, e mi trovavo d’accordo con un democristiano, la prima domanda che mi ponevo era: Dove ho sbagliato? Su Penati: Formigoni: “Innocente fino a sentenza” E lui non si dimette, non si fa domande.
Creato il 03 ottobre 2012 da Slasch16
Come ho già scritto conosco Penati dagli anni 70, i gloriosi anni 70 di Sesto San Giovanni quando le lotte erano lotte e le conquiste erano conquiste.
Eravamo ambedue nel Pci e nel partito c’erano due anime che si combattevano nei congressi. Vigeva il centralismo democratico, che io rimpiango ancora, quando una delle due perdeva era la prima ad alzare la bandiera del pensiero vincitore, si inchinava democraticamente alla maggioranza.
Le lotte dialettiche e politiche erano feroci ma una volta che si arrivava al voto si era compagni più di prima, il fatto che la “corrente” perdente fosse la prima a proporre e propagandare la visione politica di chi era maggioranza ne è la prova. Nessuno si tirava indietro, nessuno minacciava rappresaglie, liberi di esprimere il proprio dissenso in sezione, nei direttivi, ed ovunque una volta fatta la conta ci si allineava alla maggioranza perchè quello che contava alla fine era il voto. Ogni testa era un voto ed il risultato era vangelo.
Avrete già capito che Penati ed il sottoscritto facevano parte dia nime diverse, non dico che una fosse migliore e l’altra peggiore, avevamo una diversa visione della politica e della strategia.
C’era chi voleva abbattere il capitalismo e chi si accontentava di condizionarlo, accettava di giocare la partita sociale e politica nel cortile del capitalismo sfruttatore e parassita.
Per come sono andate le cose nell’ultimo trentennio mi accontenterei di una socialdemocrazia che condizioni il capitalismo, in modo particolare quello finanziario parassita.
Ideologicamente è una sconfitta per me, ma non è un problema se questo servisse ad avere una società più giusta, equa e democratica.
Come siamo ridotti lo vedete tutti e non mi interessa per niente dire: avevo ragione.
Il mio amico Claudio ogni volta che facevamo un passo in avanti nelle conquiste e nei diritti e ci vedeva festeggiare lanciava sempre lo stesso monito: guardate che quando la borghesia ( allora il capitalismo lo si identificava nella borghesia) vede la mal parata si ritira, ma non illudiamoci di averla sconfitta.
Si ritira per riorganizzarsi, non dimentichiamo che il sindacato è stato inventato dai padroni per difendere i loro interessi, quello dei lavoratori è nato dopo e quindi i più furbi sono sempre i capitalisti, i padroni.
Si rioganizza infiltrando i suoi nei movimenti di protesta, per metterli alla testa delle proteste e riportarle nell’alveo dei loro interessi.
Aggiungeva, guadagniamo un metro ma se non stiamo attenti ne perderemo due.
Nel 2012 si può affermare che sul piano della giustizia, equità, democrazia abbiamo perso ben più di un chilometro.
Inconsapevoli infiltrati del capitalismo nella sinistra potrei considerare, con il senno di poi, Giuliano Ferrara, Paolo Liguori ed altri parassiti dell’informazione e della politica.
Detto questo torniamo al caso Penati. Non si vuole dimettere e già questo conferma quello che pensavo di lui oltre 30 anni fa, non mi piaceva, troppo accomodante, ma lui faceva parte del direttivo cittadino io della mia sezione.
E’ sempre stato tra i comandanti allora, dopo e adesso. Io non dico che sia colpevole, questo lo stabilirà la magistratura, dico che se fosse un comunista (ex) come molti di quelli che io ho conosciuto, stimato e frequentato si dovrebbe dimettere. Immediatamente.
Come avrete capito pur avendo avuto la stessa tessera di partito siamo profondamente diversi, nel mio piccolo credo di somigliare più ad Enrico Berlinguer che a Penati.
Senza offesa per Enrico che amo come un padre, un fratello maggiore, un uomo che ancora oggi quando leggo i suoi scritti mi emoziona.
Scusami Enrico se ho avuto la spudoratezza di paragonarmi a Te, mi serviva per prendere le distanze da Penati, oggi come allora quando eravamo a Sesto.
Dicevo, quando capitava che mi trovavo d’accordo con un democristiano mi chiedevo subito dove avessi sbagliato, quale trucco ci fosse del quale non mi sono accorto e non ci dormivo la notte.
Qualcosa emergeva sempre, generalmente era l’opportunismo tipico dei democristiani.
Formigoni lo difende, tra l’altro ha i suoi problemi pure Formigoni e non tarderanno ad emergere, e lui non sente la necessità impellente di dimettersi.
Il fatto stesso che Formigoni lo difenda avrebbe dovuto farlo riflettere e spinderlo verso le dimissioni, ma Penati non si pone domande, non si chiede dova ha sbagliato, lui fa sempre la cosa giusta. Sta seduto in poltrona.
Tocca a noi buttarlo giù, prima dei magistrati.
P.S. Le tesssere del Pci che vedete nella foto sono alcune delle mie, le conservo tutte.
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