Quando fama non è sinonimo di bontà. Ubuntu.

Creato il 14 settembre 2013 da Lanta991

Io ho un dubbio amletico che mi affligge più o meno da quando, ancora 12enne o 13enne, provai per le prime volte ad avvicinarmi (scontrarmi, più che altro) con i sistemi operativi Linux. Ci sono miliardi di distro attualmente disponibili sulla piazza: release stabili a lungo termine, rolling-release, progetti dalla dubbia utilità e cloni in quantità industriale. Posso capire Debian, Fedora, Slackware, Arch, Gentoo, Knoppix, SUSE, Red Hat e derivate. Ma Ubuntu… perché Ubuntu?

Perché qualcuno dovrebbe voler utilizzare un sistema operativo che prende l’oro e lo trasforma in merda? Tra tutte le distribuzioni che ho avuto di sperimentare, e fidatevi che sono tante, ho rilevato quanto Canonical sia riuscita a fallire pesantemente, realizzando un prodotto estremamente pesante sia in termini di spazio occupato che di risorse necessarie a reggerlo. Un prodotto che, per giunta, tocca livelli di incompatibilità hardware infimi rispetto ai concorrenti sul mercato. Un prodotto che non è nemmeno totalmente open in quanto utilizza componenti proprietarie. Un prodotto che… no, non fatemi finire questa frase.

Sarò io che in tutti questi anni sono stato sfigato? Forse, non lo nego, anche l’hardware è in grado di fare la differenza. Ma se permettete, mi viene difficile credere che un (L)(X)(K)-Ubuntu, anche in versione alternate o minimal, non riesca a girare sul mio nuovo serverino aziendale. Per carità, non è sicuramente una bomba a livello prestazionale, ma ci potrebbe tranquillamente girare Windows 7 in maniera fluida ed impeccabile. Persino Tiny Core Linux, una distribuzione del peso complessivo di addirittura (udite, udite!) 12Mb, riesce ad interfacciarsi ed a far funzionare correttamente tutto l’hardware della mia macchina.

Ma non è l’unico esempio che posso portarvi. Sempre rogne, stavolta sul mio vecchio Desktop quadcore Intel con 4Gb di RAM: si impiantava (sempre lì, eh) in fase di setup. Sia con la versione GUI, che nella versione a riga di comando. OpenSUSE girava che era una scheggia, rilevando ogni singolo fottuto driver sul quale Ubuntu apparentemente scivolava sbattendoci la testa.

Leggo questa notizia su LFFL (ottimo blog che seguo sempre). Rimango letteralmente sconvolto. Un utente che arriva da Windows XP si aspetta di trovare un mondo Linux migliore, privo di rogne di compatibilità e crash di qualsiasi genere. Si aspetta velocità e funzionalità, ovviamente, nonché un pizzico di “user-friendly” nell’interfaccia grafica. Ubuntu, NO, non è la risposta.

Mi dispiace sparare a zero così su quella che, lato desktop, è sicuramente la distribuzione Linux più diffusa. Ma se l’utente medio, ignorante, decide di passare al mondo dell’open-source di sua spontanea iniziativa o ancor peggio se costretto… beh, al 99% la prima cosa che proverebbe è “quella che usano tutti”, e ne rimarrà inorridito e scandalizzato quanto me. Soprattutto nel caso di Unity, altra scelta discutibile fatta dal comune di Monaco, ma quello è un altro discorso.


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